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Da: Organizzatori

L’appuntamento è il prossimo 15 novembre con l’Open Day di presentazione dello spazio e delle attività del Laboratorio Aperto ex Teatro Verdi in via Castelnuovo 10.

Dal prossimo venerdì 15 novembre l’ex Teatro Verdi di Ferrara tornerà a essere protagonista della cultura cittadina grazie alle attività di “Laboratorio Aperto Ferrara”, parte dell’ampio progetto di Regione Emilia-Romagna “Laboratori Aperti” dedicato all’attrattività e riqualificazione dei centri storici delle città emiliano romagnole.

Tutti i ferraresi e non solo potranno partecipare gratuitamente il prossimo venerdì 15 all’open day ricco di appuntamenti e dedicato alla presentazione delle future iniziative che si svilupperanno all’interno dell’ex storico teatro cittadino. Si parte già dalle ore 9.00 con “Recitar Giocando” – l’Aida di Verdi in 4 atti – con protagonisti gli alunni delle classi 4A e 4B dell’Istituto “C. Govoni” di Ferrara, per proseguire con un momento istituzionale che vedrà, tra gli altri, la presenza del Sindaco di Ferrara e dell’assessore alle politiche giovanile e sistemi informatici Micol Guerrini, oltre che dell’assessore regionale Palma Costi. A conclusione della mattinata, i tour guidati degli spazi a cura dei progettisti di Città della cultura/Cultura della città, in collaborazione con il servizio Beni Monumentali del Comune.

Nel pomeriggio spazio a tecnologia, cultura e arte: alle 15.00 avrà inizio il laboratorio “Esperienze interattive di realtà virtuale” – fino alle 18.00 –, alle 15.30 l’interessante tavola rotonda “Platforming culturale: trasformare le filiere delle industrie creative e culturali attraverso la partecipazione e il digitale”.

A caratterizzare ulteriormente il venerdì del Laboratorio non mancherà un appuntamento di rilevanza artistica internazionale: Meet the Media Artist, dalle 16.45 fino alle ore 20, ospiterà Jonas Bers e Philip Baljeu. Bers con performance uniche (sold out al Lincoln Center e al Sonic Act di Amsterdam) e Baljeu con la LZX Industries, leader mondiale nel settore dei sintetizzatori video, saranno i protagonisti di due talk informali in cui gli artisti parlano della loro prassi creativa. A seguire, la conclusione con un momento performativo nello spazio dell’ex platea del Teatro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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