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Da: Ufficio Stampa

“Abbiamo organizzato una festa con i residenti per inaugurare la nuova sede della Lega. Un modo positivo per far sapere che ci siamo, che siamo e saremo al loro fianco, per far tornare la Gad, e tutta la zona, a quello che era un tempo: un quartiere bellissimo, verde e sicuro”.

Così Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra e il segretario della Lega Ferrara, Nicola Lodi, presentano l’inaugurazione degli spazi di via Oroboni 88, che si terrà domani, sabato 6 aprile, a partire dalle ore 19.00 quando la Lega inaugurerà la sua nuova sede.

“Abbiamo deciso di iniziare questo percorso dal cuore della zona Gad perché riteniamo sia importante mandare un messaggio preciso a tutti i cittadini: vogliamo riportare la sicurezza e la tranquillità in questa città e per farlo partiamo proprio dalla zona maggiormente al centro della cronaca di questi ultimi anni”.

In particolare nella zona di via Oroboni “sono scomparsi nel tempo i vecchi negozi artigiani e le botteghe tipiche sostituite troppo spesso da negozi etnici tutti uguali, molti dei quali colpiti da provvedimenti e sanzioni per irregolarità”, spiega Lodi. “Con il centrodestra alla guida della città riporteremo nel quartiere le attività di un tempo creando un presidio fisso, nella zona, a cui i cittadini potranno rivolgersi ogni giorno”.

Durante la serata di domani “ci sarà uno spettacolo di intrattenimento e tante famiglie con i bambini che finalmente scenderanno in strada tutti insieme per farsi vedere”, spiega ancora Lodi e all’evento parteciperanno Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra, Nicola Lodi, candidato capolista per il Consiglio comunale, il sindaco di Bondeno Fabio Bergamini e i parlamentari della Lega Emanuele Cestari, Maura Tomasi e Gianluca Vinci, oltre naturalmente a tutti gli esponenti della coalizione di centrodestra di Ferrara.

“Sarà un’occasione per stare in compagnia ma anche per iniziare a svelare la lista amministrativa: sarò lieto, in tal senso, di annunciare i primi nomi che formeranno la nostra squadra in vista delle prossime elezioni del 26 maggio”, aggiungono.

La serata, aperta a tutti con offerta libera, proseguirà con un ricco buffet a base delle specialità locali e con numerose sorprese. I giornalisti sono invitati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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