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Da Lega Nord Emilia Romagna

Incontro in Regione con le associazioni dei consumatori. “Ferrara ha vissuto un secondo terremoto, ora non si abbandonino gli azionisti”

“Un sostegno economico al percorso verso la giustizia per gli azionisti Carife”. Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord, ha portato la richiesta sul tavolo dell’incontro svoltosi oggi con il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Un incontro che, come proposto dal consigliere del Carroccio, ha visto la partecipazione di altri eletti ferraresi dell’Assemblea legislativa (Marco Pettazzoni e Paolo Calvano), “per rendere l’iter più veloce ed efficace”. La politica, trasversalmente agli schieramenti, ha ascoltato le richieste delle associazioni dei consumatori, ormai da due anni al fianco delle vittime del crac dell’ex Cassa di Risparmio, a cui il decreto ‘salvabanche’ ha azzerato i risparmi di una vita con l’applicazione del bail in.
“La nostra proposta di istituire un fondo per gli azionisti – chiosa il presidente della Lega dei Consumatori Ferrara, Enrico Scarazzati – con la funzione di sostenerli nelle spese legali, è stata condivisa dai colleghi di Federconsumatori e Adiconsum. Portandola direttamente in Regione, abbiamo colto l’occasione per ribadire quanto sia necessaria: chi ha perso i propri soldi si trova già in una situazione grave, affrontare una causa per chiedere il risarcimento aggiunge naturalmente oneri e disagi, per quanto le associazioni dei consumatori possano agevolare gli assistiti”.
A legittimare l’istanza presentata nell’incontro odierno, gli effetti che il crac Carife e il bail in hanno determinato sul tessuto economico del territorio. “Con oltre trentamila azzerati, l’impatto è stato quello di un altro terremoto – sottolinea Fabbri – , dopo il sisma del 2012. Ecco perché la Regione deve garantire questo sostegno economico: l’esempio del Veneto con i cinquecentomila euro per le azioni legali dei risparmiatori ‘traditi’ dalle due ex popolari – chiudono Fabbri e Scarazzati – è a portata di mano. Si colga ora l’opportunità di applicarlo anche qui”. Un invito che le associazioni dei consumatori hanno rivolto direttamente a Bonaccini, a cui è stato chiesto anche di attivarsi, in veste di presidente della Regione, affinché il fondo di solidarietà promesso dal sottosegretario Baretta per i risarcimenti agli azionisti venga inserito nella prossima legge di stabilità.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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