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Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Il capogruppo della della Lega Nord, Alan Fabbri, stigmatizza l’allarme occupazionale creato “ad artem” dal Pd: “Una mera speculazione figlia dei futuri mancati introiti nelle casse delle coop sociali. La giunta Tagliani si scordi di finanziare coi soldi dei ferraresi il taglio del sussidio del Governo”

“Gli amministratori del Pd si mettano il cuore in pace: è finita la “pacchia” dei soldi pubblici facili. Ed il caro sindaco Tiziano Tagliani e la sua giunta si scordino sin da ora di mettere le mani nei portafogli dei ferraresi per finanziare il netto taglio (da 35 a 20 euro) della diaria che il Governo riconosce ai “rifugiati” e consentire così alle coop sociali di continuare a lucrare su un’emergenza sino ad ora mal gestita”.

Così il capogruppo della Lega in Regione,Alan Fabbri,stigmatizza l’allarme lanciato in consiglio comunale dalla Sinistra circa le pesantissime ricadute economico-lavorative connesse al Decreto Sicurezza.

“Questa volta è la grancassa della controffensiva Pd ad essere populista – attacca il capo dei leghisti in viale Aldo Moro -: la polemica divampata ieri in consiglio comunale a Ferrara circa le ricadute economiche del Decreto Sicurezza ha, a dir poco, dell’assurdo. E’ bene infatti puntualizzare che il Decreto Sicurezza, oggi Legge dello Stato, non fa null’altro che fissare – finalmente – delle regole che, da una parte mettono un argine all’indiscriminata e folle “invasione” di persone senza volto e senza nome, avvenuto negli ultimi anni; dall’altra parte fissa criteri certi per la gestione dei richiedenti asilo e di chi ha già ottenuto lo status di rifugiato. Pertanto le ricadute occupazionali che il Decreto Sicurezza produrrebbe ai danni delle coop sociale che sino ad oggi hanno gestito i richiedenti asilo nulla hanno a che vedere con le normali dinamiche del mercato del lavoro, quanto piuttosto dello sperpero di risorse pubbliche avvenuto sino ad oggi”.

“Del resto, sanno bene gli amministratori del Pd che la Legge in Italia, non ha mai valore retroattivo (Divieto di reformatio in peius ndr): pertanto, tutti i richiedenti asilo, ad oggi presi in carico dal sistema Sprar termineranno i vari progetti già avviati, dopodiché si vedranno accogliere o negare i permessi richiesti. In caso di accoglimento i rifugiati riconosciuti tali otterranno tutto il sostegno a loro dovuto. I migranti a cui il permesso verrà negato, ovviamente, verranno rimandati al loro paese d’origine. Quelli appena enucleati sono dati di fatto che sconfessano la speculazione in atto dagli amministratori del Pd che come Cassandre preannunciano una prossima Apocalisse, come conseguenza naturale di una Legge che, ripeto, non fa che fissare delle regole certe” punge Fabbri.

La verità che sottende questa strumentalizzione, infatti, è un’altra e, come spesso accade, trae le propria ragion d’essere da motivazioni connesse al portafogli delle tante coop sociali che negli ultimi anni hanno visto moltiplicare i propri fatturati.

“A coloro che a Ferrara stanno dipingendo prossimi scenari apocalittici ricordiamo che le novità introdotte dal Governo – spiega il capogruppo del Carroccio – non faranno altro che porre fine ad un abuso di “strumenti” che generavano un evidente spreco di denaro pubblico. Ad esempio, per quale motivo dovremmo integrare una persona con corsi o altre iniziative, se poi non sappiamo se le medesime avranno effettivamente il diritto di rimanere sul nostro territorio? Ovvio che, specularmente, le novità introdotte dalla Legge comporteranno una sensibile diminuzione di introiti per le casse delle coop sociali che sino ad oggi si sono arricchite approfittando del caos creato (ad artem?) nella gestione dei migranti”.

“I Comuni amministrati dal PD e le coop rosse che sino ad oggi si sono occupati della gestione dei migranti si mettano l’anima in pace: è finita la “pacchia” dei soldi pubblici facili” conclude Fabbri.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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