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Da: Fabio Bergamini, Ufficio Stampa Lega ER

FERRARA, 11 DIC – «L’inizio dell’inverno ha puntualmente portato con sé le prime mareggiate, le quali hanno pesantemente colpito le nostre cose. Questi primi eventi sottolineano una volta di più la necessità di un intervento urgente e incisivo, da parte della Regione, ai fini di assicurare condizioni di piena fruizione del litorale». A dirlo sono il consigliere regionale del Carroccio, Fabio Bergamini, e la parlamentare della Lega, Maura Tomasi. Quello che chiede la Lega è una corsia veloce per le misure già da tempo programmate per la costa adriatica. «Interventi che la Regione aveva promesso, ormai un decennio fa, per un valore complessivo di quasi 2 milioni di euro, e che dovrebbero riguardare una serie di criticità. Come, ad esempio, la manutenzione e ripristino di parti del litorale (per 250mila euro); l’intervento di ripristino del canale adduttore delle valli di Comacchio (per 260mila euro); l’installazione di barriere sommerse permeabili alle zone antistanti i lidi nord (in ballo ci sono oltre 1 milione e 200mila euro; ndr), e la manutenzione dell’argine di difesa a mare del Lido delle Nazioni, che avrà un importo di 200mila euro. Questi cantieri sono in parte calendarizzati per il 2021, altri non ancora definiti, come nel caso dell’argine a difesa del Lido delle Nazioni. E’ opportuno che la Regione rispetti i tempi e, dove possibile, agisca con carattere di emergenza». Tra le misure urgenti che sono avviate verso l’accantieramento ci sono quelle di ripascimento della parte nord: «Come vicesindaco – dice Maura Tomasi – ho richiesto urgentemente misure per il ripascimento delle spiagge, portate via dalle mareggiate e dai fenomeni estremi, per evitare che questi disagi colpiscano gli agglomerati urbani circostanti e che l’acqua entri nelle case. Un problema che non poteva attendere i tempi lunghi delle grandi opere». Non è tutto: una nuova interrogazione sta per essere depositata in Assemblea Legislativa, a firma del Carroccio, per chiedere conto dello stato dell’arte delle opere e dei danni subiti nel corso degli ultimi giorni, ma anche per richiedere misure di sostegno al settore balneare: «Una categoria importantissima per la nostra economia – ricordano Tomasi e Bergamini – che ha urgentemente bisogno di misure concrete, dopo un anno che ha colpito pesantemente il turismo, a causa del Covid».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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