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Da: Fabio Bergamini, Ufficio Stampa Lega E-R

FABIO BERGAMINI (LEGA E-R): «RISPOSTE CHE NON HANNO CHIARITO LO STATO DI NECESSITA’ DELL’ABBATTIMENTO. IL CAVO VA IMPERMEABILIZZATO PER RENDERLO PIENAMENTE EFFICIENTE»

A due mesi dall’interrogazione presentata dal consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, a proposito dell’abbattimento di alberi lungo il corso del Cavo Napoleonico, è arrivata ora la risposta dall’esecutivo di viale Aldo Moro. «Risposte che non hanno fornito chiarimenti sufficienti – secondo Bergamini – per giustificare il taglio degli alberi lungo il Cavo, nel tratto compreso tra Salvatonica e i confini del territorio bondenese con Terre del Reno». Andando per ordine, ci sono vari passaggi nella risposta, che non hanno convinto il Carroccio: «ci viene detto che sono stati tagliati alberi “giovani”, esotici e che si è attesa la nidificazione delle specie presenti. Inoltre, che il taglio non sarebbe avvenuto in una zona protetta, ovvero “non ha interessato l’area compresa in Rete Natura 2000”. A questo punto, è lecito chiedersi perché tutte le tabelle che delimitano “Rete Natura 2000” si trovino sul corso della strada che passa a lato delle sponde arginali, quando invece la zona protetta va dall’alveo alla prima banchina». Qui sorge una seconda questione: la sicurezza idraulica, che si lega alla funzione scolmatrice del Cavo Napoleonico nelle emergenze di piena. Della questione si è occupato il consigliere comunale della lista civica “E Avanti!”, Gino Alberghini: «Esiste uno studio geologico condotto da un team di esperti – dice Alberghini – appartenenti al Servizio Tecnico di Bacino della Regione, ed all’Università di Bologna, che riferisce di problemi di infiltrazioni e di impermeabilizzazione del fondo, che impediscono di utilizzare il Cavo Napoleonico a piena portata, limitandola ad un terzo. Per queste ragioni, il livello del Cavo viene mantenuto entro gli 11,75 metri sul livello del mare, per evitare l’impaludamento a partire dal fianco orientale». Alla luce di questo studio, «emergono nuovi dubbi sulla necessità di abbattere gli alberi che si trovano ad un livello superiore – aggiunge Bergamini – e non soggetti ad una corrente tale da poterli trasportare via». Se il taglio degli alberi rimane, per Bergamini, una scelta discutibile, «sarebbe più opportuno effettuare un dragaggio del fondo e lavori di impermeabilizzazione – concludono Bergamini e Alberghini – per riportare all’origine la volumetria del Cavo. Lavori certamente onerosi, ma necessari per continuare a garantire la sicurezza idraulica dei nostri territori».

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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