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da: Liceo Artistico Dosso Dossi – Ferrara

Gli studenti del Liceo Artistico “Dosso Dossi” guidati dai docenti di discipline pittoriche-plastiche sono stati coinvolti dal Rotary club in un interessante e appassionante esperimento di riproduzione ed interpretazione soggettiva di un’ opera pittorica.
L’attuazione del progetto, in collaborazione con i club rotariani del territorio, prevede il restauro di un Crocefisso della metà del XV secolo, forse anche precedente, scoperto dopo il terremoto nel Duomo di Bondeno.
Lo scopo prioritario dell’iniziativa è riconoscere e valorizzare il patrimonio artistico del nostro territorio con le conseguenti ricadute culturali e economiche incoraggiando il cambiamento positivo che i ragazzi sanno proporre. Promuovere e stimolare le potenzialità, le doti e il talento che i giovani possiedono significa fare emergere non solo le loro competenze artistiche, ma anche la creatività, l’entusiasmo, la consapevolezza, requisiti indispensabili per diventare protagonisti del proprio tempo.
La realizzazione del progetto si articola nella promozione di un concorso, regolarmente bandito, rivolto agli studenti del Liceo Artistico “D.Dossi” frequentanti gli ultimi anni di studio o diplomati lo scorso anno.
Durante le regolari ore di frequenza scolastica con la supervisione e coordinamento dei docenti si è avviato un lavoro di ricerca storica che rappresenta il terreno culturale indispensabile per un’ esecuzione puntuale e completa degli elaborati artistici.

Il concorso consiste nella produzione di un’opera pittorica sul tema del “falso d’autore” che può essere svolto come effettivo esperimento di riproduzione ma anche come libera interpretazione soggettiva del candidato.
Le singole opere devono essere consegnate entro il 30 Marzo per essere valutate da una giuria competente che stilerà una classifica di merito; i primi tre autori selezionati riceveranno un premio in denaro.

La conclusione del percorso sarà aperta alla cittadinanza ferrarese e si attuerà in due fasi:

• gli elaborati artistici ultimati saranno in mostra presso la sala espositiva del Liceo Artistico “Dosso Dossi” in via Bersaglieri del Po dall’8 al 15 Aprile 2016
• Sabato 16 Aprile 2016 le opere saranno esposte nelle sale dell’Imbarcadero del Castello Estense. In questa occasione la giuria renderà nota la classifica e le motivazioni e si procederà alla proclamazione dei vincitori e alla consegna dei premi.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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