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da: organizzatori

Fanano, domenica 1 novembre con orario straordinario dalle 10 alle 20. La nuova gestione è affidata alla Polisportiva Fanano. In continuità con gli alti standard raggiunti quest’anno con il Trofeo delle Regioni, il palazzetto ospiterà due gare Regionali del Comitato Lazio. In questi giorni promozione attiva nell’ambito di Skipass a ModenaFiere

Il Palaghiaccio di Fanano, fiore all’occhiello dell’impiantistica sportiva invernale del Comprensorio del Monte Cimone, riapre i battenti domenica 1 novembre con orario continuato dalle 10 alle 20 sotto la nuova gestione della Polisportiva Fanano.
Per tutti gli appassionati e per tutti coloro che hanno voglia di provare per la prima volta l’ebbrezza di una bella giornata in montagna, alle pendici del Cimone, coi pattini ai piedi, domenica 1 novembre lo staff di Polisportiva Fanano-Palaghiaccio di Fanano vi aspetta per una bellissima giornata di sport. Il Palaghiaccio di Fanano, dal 1986, è il posto giusto dove trascorrere una perfetta giornata in famiglia o con gli amici, per scappare dalla città ed essere immersi in una bellissima atmosfera di montagna.
«Ci impegneremo – dichiara lo staff della Polisportiva Fanano – non solo nella gestione quotidiana del Palaghiaccio, ma anche nel favorire il coinvolgimento di giovani nell’attività sportiva, nella tutela dell’utenza e della qualità del servizio al cittadino, nel miglioramento degli standard offerti dal Palazzetto e nell’innalzamento tecnico della qualità dei nostri atleti. Crediamo – continua llo staff – che il Palaghiaccio possa essere una struttura più praticabile anche per i diversamente abili e cercheremo di migliorare anche sotto questo aspetto, proseguendo il percorso iniziato dalla nostra società già 12 anni fa al momento della sua fondazione». Una struttura, quella del Palaghiaccio di Fanano, che l’anno scorso ha ospitato una gara di rilevanza nazionale come il Trofeo delle Regioni, richiamando atleti della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio da tutta Italia, simbolo di una alta qualità tecnica e di servizio offerto. Come segnale di continuità, quest’anno il Palaghiaccio ospiterà due gare Regionali del Comitato Lazio, che racchiude tutte le regioni e comitati del Centro Sud Italia, compresa l’Emilia Romagna.
«L’Amministrazione – sottolinea il Sindaco di Fanano Stefano Muzzarelli – crede nella struttura ed è pronta ad un investimento importante per la riqualificazione e la valorizzazione dell’impianto sia nel periodo invernale che in quello estivo con l’obiettivo di renderlo ancora di più polivalente».
In questi giorni Fanano sta promuovendo il proprio palazzetto del Ghiaccio alla fiera Skipass, presso ModenaFiere, nell’area esterna adiacente alle piste da sci e con una cartolina promozionale nello stand del Comune di Fanano.
All’interno del Palaghiaccio di Fanano troverete l’area noleggio pattini e una bella confortevole ristoro con bar dove potrete sedervi e degustare una buona cioccolata calda tra una pattinata e l’altra. Per prezzi ed orari d’apertura consultare il sito www.fanano.it nella sezione dedicata al Palaghiaccio di Fanano.
Il Palaghiaccio di Fanano, situato via Don Battistini 20, è stato realizzato negli anni 1985/86.
Progettato dall’architetto Stefano Marchigiani, il Palaghiaccio è stato completato per poter svolgere l’edizione invernale dei Giochi della Gioventù 1986. Negli anni 1987/88 sono stati ampliati gli spogliatoi e costruita la gradinata di monte. La pista, inizialmente senza pavimentazione in cemento, venne coperta da teli tirati con cavi di acciaio da una parte all’altra. Nel 1989 viene costruita la copertura in legno lamellare dalla ditta dell’Alto Adige Holtz-Bau su progetto strutturale dell’ingegnere Marchetti Rossi, uno dei principali progettisti italiani collaboratore dell’architetto Renzo Piano.
Negli anni Novanta, in seguito all’organizzazione di altri Giochi della Gioventù, si sono costituite varie società di pattinaggio artistico e di hockey. Di recente è stata rifatta la sala macchine utilizzando un sistema di raffreddamento che non comporta l’utilizzo di gas Cfc in pista, e risulta quindi ecocompatibile con l’ambiente.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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