Skip to main content

Da: Il baule volante

Favole sotto gli alberi, prosegue la rassegna allo Spazio Grisù in scena un giovane talento assieme al suo papà

La quindicesima edizione della rassegna estiva di Teatro per Bambini e Famiglie Favole sotto gli Alberi prosegue, sabato 27 luglio alle ore 21,15 presso Factory Grisù (Ferrara, via Poledrelli, 21 – ex caserma dei vigili del fuoco), con “Il piccolo Clown” de La Compagnia dei Somari, giovane formazione di mimo e clownerie che arriva da Trento. Lo spettacolo vede in scena una coppia d’eccezione, padre e figlio, Klaus e Nicolò Saccardo, nei panni di un solitario contadino e di un piccolo clown, per una serata insolita, sorprendente, divertente e commovente, anche per i più piccoli.

Senza parole, ma unicamente attraverso l’uso di una mimica che entra immediatamente in comunicazione anche con i più piccoli, questo spettacolo stupisce per la sua capacità di entrare immediatamente in sintonia con i bambini e, al contempo, con il pubblico adulto, raccontando con semplicità e ironia una storia delicata e surreale: un piccolo clown si ritrova un giorno lontano dalla propria casa e si affida alle cure improvvisate di un contadino, poco incline alle relazioni, soprattutto a quelle con i bambini. I due devono imparare a conoscersi, e a comprendere le esigenze l’uno dell’altro. Le figure del clown e del contadino rappresentano due mondi diametralmente opposti: da un lato il mondo adulto, concreto, fatto di terra e di ritmi che si ripetono e, dall’altro, l’universo bambino di gioco e di scoperta in cui tutto è possibile. Lo spettacolo vede in scena un padre, attore professionista, con suo figlio, un bambino di nove anni. In un lavoro senza parole, i due protagonisti indagano le relazioni di scambio fra due generazioni, annullando le dimensioni verticali di processo educativo, a favore di un ascolto reciproco capace di costruire un legame profondo. La vitalità del teatro attinge qui ad una relazione pura e significativa come quella tra padre e figlio, e l’abbandono della parola permette al percorso emotivo di irrompere sulla scena.
La storia in scena sabato sera è però qualcosa di ancor più profondo, è la storia offerta da un papà attore, Klaus Saccardo, e da suo figlio Nicolò di nove anni, entrambi innamorati del teatro, che hanno deciso di assemblare le loro capacità artistiche per realizzare uno spettacolo che sta conquistando il cuore non solo dei trentini, ma di tanti spettatori sul territorio nazionale. Ma quali sono effettivamente le dinamiche che rendono speciale questo Piccolo Clown? Indubbiamente la drammaturgia che, pur semplice e priva di parole, sa raccontare il valore delle relazioni e dell’amicizia tra un adulto e un bambino, e lo fa con la poesia dei gesti e della fisicità, ma soprattutto con la capacità – non solo artistica, ma affettiva – dei due protagonisti, che si capiscono al volo e creano la giusta sinergia, quel feeling che va oltre l’aspetto teatrale e diventa espressione di un’intesa quotidiana, quella che travalica l’aspetto puramente tecnico del linguaggio artistico, per confermarsi dimensione credibile di un rapporto padre-figlio.
Questa è la forza motrice di uno spettacolo che non vuole essere solo di facciata, ma scavare invece, con meccanismi congeniali ai bambini, nel mondo delle emozioni e per lasciare un segno. Ed il segno arriva, nella gradualità dell’incontro, di quel misurarsi, studiarsi e capirsi, creando così un rapporto dove entrambi ricevono qualcosa dall’altro, arricchendosi. Bravissimo il piccolo Nicolò, padrone della scena e disinvolto nell’affrontare il non facile gioco anche di movimentazione e mimica che lo spettacolo richiede, guidato da Klaus, il papà “contadino”, capace di mettere in scena tutta una serie di accorgimenti e soluzioni sceniche necessarie per dare voce ad uno spettacolo solo apparentemente muto.
Incisivo il supporto registico di Natascia Belsito e la poeticità della scenografia, pulita ed essenziale, cornice ideale per raccontare una storia che diverte i bambini e commuove i grandi, sfumando quella demarcazione che spesso avviene fra teatro ragazzi e teatro per adulti, regalando uno spettacolo che piace veramente a tutti.
La Compagnia dei somari è una nuova formazione nata in seno alla compagnia AriaTeatro di Pergine Valsugana, composta da professionisti che operano nell’ambito del teatro e della letteratura per le nuove generazioni. Nasce con l’obiettivo è di produrre spettacoli che siano al contempo godibili e profondi, che indaghino tematiche rilevanti, attraverso un linguaggio prevalentemente gestuale, e intende il teatro come luogo di incontro ed esperienza di vita, prima ancora che come performance. 

Lo spettacolo si rivolge a tutti i bambini dai 3 anni ai 99 anni.

In caso di maltempo lo spettacolo sarà realizzato al coperto, presso la Sala Macchine dello Spazio Grisù.

La rappresentazione avrà inizio alle ore 21,15.
L’ingresso è di € 5,00 per i bambini e di € 6,00 per gli adulti, senza prenotazione.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it