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Da: Informazioni Alberto Bova
La lista Ferrara Concreta – Italia in Comune ha ospitato questo pomeriggio a Ferrara il capolista nella circoscrizione Nord Est con la lista Più Europa – Italia in Comune Federico Pizzarotti e l’on. Serse Soverini. Impegnato a promuovere la sua candidatura alle prossime elezioni europee del 26 maggio, Federico Pizzarotti ha fatto tappa a Ferrara per salutare la città e rimarcare il sostegno ad Alberto Bova, candidato sindaco della lista Ferrara Concreta – Italia in Comune alle amministrative.

Quale fil rouge unisce Ferrara e l’Europa? “L’europeismo è un valore per Italia in Comune, partito nato da poco più di un anno ma che si sta facendo conoscere in fretta – spiega Federico Pizzarotti – queste europee sono le elezioni più importanti degli ultimi cinquant’anni perché mai come ora il fronte sovranista è unito e forte. Eppure se saremo separati faremo soltanto un favore a Russia, Cina ed America”. La scelta di Italia in Comune di correre alle prossime elezioni europee con Più Europa è un “percorso naturale”, come evidenzia Pizzarotti, “perché si tratta di una compenetrazione di competenze: Più Europa ha una visione nazionale, la nostra lista nasce nei Comuni, nel territorio”.

“Proprio in questa difficoltà storica e politica di interpretazione della realtà, i Comuni sono il luogo più importante, perché è nella prossimità che si torna a crescere: nei territori fai fatica a dire balle, per candidarti devi guardare in faccia i tuoi concittadini, ed è proprio per questo che siamo convinti di fare un grande risultato”, continua Pizzarotti.

A Ferrara Italia in Comune sostiene la candidatura a sindaco di Alberto Bova “perché Alberto è un professionista – spiega l’on. Soverini – e ha riunito persone competenti, è un soggetto decisivo per le politiche di questa città: per uscire da una dimensione di svilimento del Paese dobbiamo ritornare a credere al futuro e vogliamo cominciare da Ferrara per far ripartire il Paese”. Gli fa eco Federico Pizzarotti, mostrando come “nessuno legge più i programmi, tutti intrisi di buonsensismo e senza alcuna specificità: qui a Ferrara invece il programma di Italia in Comune è una lista di cose da fare, ci sono proposte, elenchi puntati di azioni concrete, è questo che vuol dire andare davvero incontro alle problematiche dei cittadini”.

È il candidato sindaco per la lista Ferrara Concreta – Italia in Comune in persona a sottolineare la necessità di tornare ad una politica vera. “Noi non abbiamo paura delle nostre idee – conclude Alberto Bova – i nostri programmi non sono parole vuole e frasi buoniste, non promettiamo la luna: i nostri progetti sono azioni fattibili per cambiare il volto della città”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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