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Da: Il Gruppo Dei 10
Confermata la presenza di Dori Ghezzi a Ferrara per la serata-evento “Mille anni ancora – Ricordando Fabrizio De André”, concerto-spettacolo che si terrà al Teatro Comunale ‘Claudio Abbado’ giovedì 16 maggio alle 21 e che vede il patrocinio del Comune di Ferrara e il patrocinio della Fondazione Fabrizio De André. Dopo la scomparsa del marito (avvenuta vent’anni fa, l’11 gennaio 1999), la cantante si è dedicata alla tutela del patrimonio artistico del cantautore, attraverso la Fondazione Fabrizio De André onlus a lui dedicata che, coadiuvata dal Centro Interdipartimentale di Studi Fabrizio De André dell’Università degli Studi di Siena, promuove eventi e iniziative con una particolare attenzione al rispetto filologico dell’arte di Fabrizio De André. Per questo, oltre all’amicizia e alla stima che la lega al musicista Ellade Bandini, Dori Ghezzi, a rappresentanza della fondazione, ha voluto essere presente all’evento “Mille anni ancora – Ricordando Fabrizio De André”.

Ultimi giorni per acquistare in prevendita il biglietto del concerto alla biglietteria del Teatro Comunale. Per informazioni e prenotazioni: 0532.202675, biglietteria.teatro@comune.fe.it. Parte del ricavato dell’evento sarà devoluto all’associazione ‘Dalla terra alla luna’ onlus autismo di Ferrara. Il Gruppo dei 10 è anche su Facebook.

Il 2019 è un anno che non può passare inosservato, perché è quello dei vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André. Lontano dalle mode, dagli anniversari e dalle commemorazioni, ma vicino ai suoi principi, il Gruppo dei 10 vuole omaggiare il grande Faber portando i suoi musicisti storici a Ferrara, con il concerto “Mille anni ancora – Ricordando Fabrizio De André”. Oltre al concerto, nel pomeriggio del 16 maggio alla libreria Libraccio si terrà un appuntamento a tre voci con tre autori assai legati a Faber.
Il concerto vedrà ospiti a Ferrara i musicisti di Fabrizio De André. “Tante sono le iniziative in tutta Italia e anche a Ferrara, Il Gruppo dei 10 ci teneva a presentare a Ferrara l’autentica formazione di Faber – spiega il direttore artistico, Alessandro Mistri – che forse più di altri ha il diritto di ricordarlo. Si tratta di un piccolo risarcimento della città a De André, che venne solo una volta a Ferrara, portandolo per la prima volta a teatro attraverso la qualità che ha lasciato”.

Tra loro ci sarà Mario Arcari ai fiati, Giorgio Cordini alla chitarra e bouzouki ed Ellade Bandini alla batteria, tutti e tre componenti storici del gruppo di De André, tanto che “per Ferrara diventerà una celebrazione nella celebrazione, ricordando la musica sempre viva del cantautore, tra i più importanti del Novecento italiano”. Oltre ai tre dei musicisti che hanno accompagnato per molti anni Fabrizio De André, ci saranno Alessandro Adami (voce), Max Gabanizza (basso), Diego Maggi (tastiere), Enrico Mantovani (chitarra), Stefano Zeni (violino) e Alberto Venturini (percussioni).
Arte e musica. Lo spettacolo del 16 maggio sarà contornato di suggestioni. Vedrà la presenza di Massimo Ottoni, sand artist (già acclamato ospite nella rassegna di Direzione Comacchio 2013) che sul palco accompagnerà il concerto con immagini disegnate con la sabbia. A Francesco Musante spetta invece l’estro di preparare il manifesto della serata che, per l’occasione, sarà messo all’asta a fine spettacolo. Parte del ricavato dell’evento, infatti, sarà devoluto all’associazione‘Dalla terra alla luna’ onlus autismo di Ferrara.

Mille Miglia Ancora. Parole, musica e passione. Poiché il concerto cade nella settimana della Mille Miglia, verrà coinvolta anche l’Officina ferrarese, il club del motorismo storico di Ferrara, per celebrare due eccellenze, seppur in campi diversi, che non tramontano mai e appassionano sempre più, per ‘mille anni ancora’ (nome non a caso attribuito da Dori Ghezzi al gruppo dei musicisti del ‘suo’ Faber). Per questo, nel giorno del concerto, la rotonda Foschini del Teatro Comunale ospiterà un’auto d’epoca.

Appuntamento in libreria. Nella volontà di trasmettere conoscenza e passione per la cultura, Il Gruppo dei 10, in collaborazione con la libreria Libraccio di Ferrara, ha coinvolto tre autori, che il 16 maggio alle ore 17 racconteranno ciascuno il proprio Fabrizio De André. Alla storica sala dell’oratorio San Crispino della libreria si alterneranno il suo musicista Giorgio Cordini, con il libro I miei otto anni con Fabrizio De André (Fingerpicking.net), il giornalista e critico musicale Enzo Gentile con Amico Faber (Hoepli) e Daniela Bonanni, curatrice con Gipo Anfosso del libro La mia prima volta con Fabrizio de André (Ibis Edizioni).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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