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“A un certo punto della tua vita, quando tutto sembra immobile e infinito la terra trema. Anche la polvere da cui siamo nati.” A parlare è il protagonista del film “La notte non fa più paura” (diretto da Marco Cassini con Giorgio Colangeli, Stefano Muroni e Walter Cordopatri, prodotto da Maria Rita Storti e stasera in sala all’Apollo Cinepark) che in poche parole condensa l’emozione che il terremoto ha instillato in tutti i ferraresi – quella senza nome, a metà strada fra la paura e l’eccitazione – provocata dal fremito della terra, la vibrazione che trasmette, come il sussulto di chi si risveglia all’improvviso. Un emozione che ci si porta dentro per tutta la vita.

Il sisma del 2012 ha lasciato crepe sia nelle vite di chiunque l’abbia vissuto sia nei muri della città di Ferrara. A 4 anni dalla prima scossa, ieri mattina al Palazzo Municipale si è tenuto un incontro per fare il “punto della situazione” sul dopo-terremoto; hanno partecipato il sindaco Tiziano Tagliani, gli assessori comunali Aldo Modonesi (Lavori Pubblici) e Roberta Fusari (Urbanistica e Edilizia privata), il direttore tecnico comunale Fulvio Rossi, l’ingegnere capo del Comune di Ferrara Luca Capozzi e Natascia Frasson (Ufficio Beni monumentali Comune).
“Come ormai consuetudine – ha spiegato Tagliani – vogliamo restituire ai cittadini il quadro di quanto è stato completato e messo in cantiere rispetto alle opere di ristrutturazione e ripristino dell’edilizia privata e del patrimonio immobiliare monumentale pubblico.”

Secondo quanto affermato dal sindaco, il 2016 sarà un anno piuttosto intenso per le opere del dopo terremoto: sono previste le aperture dei cantieri più impegnativi – da Palazzo Massari all’ex Mof – che vedranno sia la messa in sicurezza e ripristino delle strutture sia la loro “ricollocazione” nel panorama dei contenitori culturali della città e del territorio regionale, in particolar modo rispetto al progetto del Ducato Estense, messo in campo con il Mibact e finanziato con 20 milioni di euro sulla sola Ferrara.

L’assessora all’urbanistica Roberta Fusari ha illustrato lo stato dell’arte per quanto riguarda le ristrutturazioni di edilizia privata. Le richieste complessive di contributo accettate sono state 430, di queste 276 pratiche sono state evase e le ristrutturazioni completate, restano da completarsi quelle che riguardano gli edifici maggiormente danneggiati. In media le istruttorie sono state completate in 100 giorni, per il completamento delle opere di ristrutturazione “leggere” sono stati impiegati circa 10 mesi, mentre per quelle più complesse la media è di 74 mesi. In fieri anche le ristrutturazioni degli edifici Acer. A marzo scorso, delle 1.330 persone che avevano dovuto lasciare le proprie case, 75 erano quelle ancora in attesa di rientrarvi .

Per quanto riguarda l’edilizia pubblica, a spiegare lo stato delle opere di ristrutturazione è stato l’assessore Aldo Modonesi, secondo il quale l’Amministrazione Comunale di Ferrara conta di “uscire gradualmente dalla zona del cratere fra 18 mesi”.
Dal maggio 2012 al maggio 2015 sono stati investiti oltre 12 milioni di euro (5,2 mil € finanziati con i rimborsi assicurativi) in interventi sull’edilizia pubblica. Dopo il sisma erano 30 le scuole inagibili e 5 le palestre scolastiche inutilizzabili: con interventi per 3,3 milioni di euro è stato possibile riaprirle nel settembre successivo, mentre nel settembre ’14 sono state completate le opere di riqualificazione della Primaria Mosti (1,53 milioni di euro) e la costruzione nuova scuola materna Aquilone (1,85 milioni di euro).
Risulta concluso anche il Programma Municipi (costato complessivamente 703.000 euro): dal recupero di Palazzo Municipale alla riorganizzazione delle sedi comunali a seguito delle inagibilità da sisma. Sono state trasferiti gli assessorati alla cultura e turismo (Bagni Ducali) e allo sport (Centro Mathema), il Comando Polizia Municipale (ora nel Centro Congressi v. Bologna), l’Istituzione Scuola (S. Maria della Consolazione), il Comando Centro (ex Gil v.le IV Novembre) e l’Ufficio Giovani (Chiostro S. Paolo).
Per quanto riguarda il programma delle opere pubbliche e dei beni monumentali, gli interventi a Piano del Comune di Ferrara sono costati 32,1 milioni di euro e di questi 21,5 sono arrivati dalla Regione Emilia Romagna, 10,1 dai rimborsi assicurativi e mezzo milione dagli SMS di solidarietà per il sisma.
Delle opere necessarie, più di 40 interventi sono completati o in fase di completamento, mentre restano da accantierare le opere più impegnative. Fra questi palazzo Massari, palazzo dei Cavalieri di Malta, la Certosa Monumentale, l’ex Mof, casa Niccolini, Porta Paola, San Cristoforo, Palazzo Schifanoia, l’ex linificio Toselli, la Procura della Repubblica, la scuola Guarini, Palazzo dei Diamanti, Palazzo Podestà e l’ex circoscrizione di via Bologna. Per molti di questi edifici è stata completata subito dopo il sisma la messa in sicurezza per permetterne la fruizione, ma con i progetti in cantiere o in fase di approvazione l’Amministrazione competerà i lavori di ristrutturazione e restauro e – assieme a diversi attori del territorio – darà vita a nuove forme di utilizzo di questi edifici e dei loro spazi.

Nel complesso, saranno 60 i milioni di euro investiti nella ricostruzione post sisma di Ferrara, a questi si aggiungono 6 milioni di recente assegnazione, che verranno utilizzati per riportare all’uso degli ambienti – fra gli altri – di Palazzo Municipale, Cappella Revedin, l’Ippodromo, la Loggia degli Aranci in Castello.
Il futuro è quindi segnato: nel biennio 2016-2017 l’Amministrazione intende concludere l’approvazione di tutti i 14 progetti e conseguente messa in appalto (almeno del 50%), la chiusura delle autorizzazioni Mude per l’edilizia privata, la chiusura delle autorizzazioni Sfinge per l’edilizia produttiva (a carico della Regione) e la riapertura bando Inail per l’adeguamento antisismico dei capannoni industriali della città, la messa in opera del nuovo piano investimenti con i 6 milioni di euro di nuovi cantieri e quindi l’uscita progressiva di Ferrara dal cratere.

“E’ importante sottolineare la rapidità con la quale questa amministrazione sta procedendo al completamento delle opere – hanno commentato Modonesi e Tagliani – grazie a un lavoro intenso e di grande collaborazione fra tutti gli ambiti e gli uffici competenti, al sostegno della Regione Emilia Romagna e all’indirizzo dato dal commissario Gabrielli, che ha voluto che fossero le amministrazioni locali a gestire, controllare e verificare le fasi della ricostruzione. Questo ha velocizzato le procedure e ha reso tutto l’impianto della ricostruzione trasparente, lì dove ogni pratica o movimento di denaro e pagamento è tracciabile.”

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Ingrid Veneroso


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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