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A fine ottobre 2021 li avevamo già incrociati per le strade della nostra città. Ferrara ancora una volta set cinematografico, questa volta della docummedia “Lu’ duchessa d’Este, fama e infamie di Lucrezia Borgia”.  Protagonisti: Lucrezia Lante della Rovere, Tullio Solenghi e Tobia De Angelis (e la recente new entry Francesco Zecca), regia di Marco Melluso e Diego Schiavo (produzione Mardi Gras).

Oggi sono tornati. Tornati ad arricchire il racconto di figure carismatiche della storia italiana iniziato con La Signora Matilde. Gossip dal Medioevo (Premio Francovich 2019, assegnato dalla SAMI, Storici Archeologi Medievisti Italiani), ispirato a Matilde di Canossa e raccontata come la più grande influencer dell’anno Mille, e Il Conte Magico, legato alla storia del Conte Cesare Mattei e della sua Rocchetta a Grizzana Morandi, con sullo sfondo, le scoperte scientifiche dell’800 e il sogno di Mattei, inventore dellelettromeopatia, di trovare la cura per ogni male.
Film entrambi sostenuti dal Fondo Audiovisivo della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del Progetto Rinascimento Emiliano.

La Signora Matilde, i registi Marco Melluso e Diego Schiavo, foto dal web
Elettromeopatia Conte Mattei

Un bel connubio frizzante e innovativo tra cultura, storia, cinema e territorio, destinato a una vasta divulgazione e a un pubblico di tutte le età. Un lavoro sapiente e intelligente di approfondimento e riscoperta di figure storiche locali, volto a renderle familiari al grande pubblico oggi sempre più distratto da mille informazioni, leggermente confuso, oserei. Con una strizzatina d’occhio alla promozione culturale e turistica del territorio.

Dal primo ciak che si era aperto, a ottobre scorso, a Palazzo Roverella, con una simbolica partita a scacchi volta a raccontare i giochi di potere intorno alla controversa protagonista, si era passati alla sala dell’Arengo, nel Palazzo Municipale, scenario di una “conferenza stampa”, durante la quale i giornalisti mettono alla gogna la famiglia Borgia, accusandola di aver creato pubblico scandalo. Ci si era poi spostati al Castello Estense e a Bologna.

Riprese San Petronio, Certosa, 7 settembre, foto Valerio Pazzi

Oggi le riprese continuano, fra lo stesso Castello Estense, le piazze Trento e Trieste e Ariostea, il Teatro Comunale, le sale del Palazzo Ducale Estense, oggi sede del Comune di Ferrara), i territori del ducato estense (le Delizie di Belriguardo, del Verginese e della Mesola) per poi trasferirsi a Modena, alle Gallerie Estensi.

Lucrezia Lante della Rovere, riprese Piazza Ariostea 7 settembre, foto Valerio Pazzi
Lucrezia Lante della Rovere, riprese Piazza Ariostea 7 settembre, foto Valerio Pazzi

Nel tempo, la figura di Lucrezia Borgia ha assunto diverse sfumature, quasi sempre machiavelliche, che l’hanno relegata al ruolo di femme fatale. L’intento, spiega Diego Schiavo, è di “raccontare i fatti nella loro ricostruzione e nel modo più obiettivo per ridare piena dignità storica a Lucrezia, troppo spesso rappresentata, a senso unico, come una figura spregiudicata e malvagia. Il narratore si muoverà in ambientazioni moderne, in un ponte tra passato e futuro”.

Lucrezia Borgia sosteneva: per essere felice ho bisogno dell’amore, della bellezza e della cultura” – ha ricordato l’assessore Marco Gulinelli – “e il grande merito di questo film è quello di riuscire a mettere insieme la bellezza estetica, la storia ed elementi legati all’ironia con un lavoro di destrutturazione e desacralizzazione molto intelligente ed efficace, che dà grandi stimoli intellettuali e che siamo impazienti di potere apprezzare nella sua pienezza”.

Francesco Zecca, riprese Piazza Ariostea 7 settembre, foto Valerio Pazzi

Lu’ Duchessa d’Este. Fama e infamie di Lucrezia Borgia racconta l’appassionante storia di Lucrezia Borgia d’Este, donna per secoli ritenuta simbolo di crudeltà e amoralità. Lucrezia, in realtà, è stata vittima di pettegolezzi e spregiudicati giochi di potere della sua famiglia e solo una volta divenuta duchessa di Ferrara, ha potuto dimostrare il suo valore e la sua benevolenza. Durante la terribile guerra contro Venezia, ha sfoggiato la sua capacità diplomatica e di governo e ha retto da sola il Ducato. In seguito, si è dimostrata abile imprenditrice, investendo i suoi averi nella costruzione di argini di fiumi e in un’opera di bonifica che ha reso coltivabile un’area di oltre 25.000 ettari, risollevando così le finanze dello Stato, colpite dalla guerra. Inoltre, dal suo arrivo a Ferrara, aveva fatto restaurare e costruire chiese e conventi. Per questo e per il suo senso di giustizia e di rispetto per i ferraresi, Lucrezia era riuscita a vincere i pettegolezzi e le maldicenze che l’avevano preceduta e si era conquistata l’appellativo di “Madre del popolo”.

Lucrezia Borgia è stata una profonda amante della cultura e ha accolto alla sua corte un vero e proprio cenacolo di poeti e umanisti, tra i quali Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino ed Ercole Strozzi. Ma è stata anche una delle donne più eleganti del Cinquecento, vantando un guardaroba sontuoso e di lussuose fattezze; famosa anche per la raffinatezza dei gusti, ha ispirato numerose ricette e leggende legate al cibo: si narra che ai suoi capelli si siano ispirati per la creazione delle tagliatelle e delle coppiette di pane tipiche di Ferrara. A lei si deve anche la fortuna del pampapato e della salama da sugo, ancora oggi rinomate eccellenze della cucina ferrarese.

Attraverso il racconto della vita di Lucrezia Borgia, il film intende anche far riflettere su victim blaming (la colpevolizzazione della vittima) e slut shaming, fenomeni estremamente attuali che colpiscono le donne e di cui già Lucrezia Borgia fu vittima durante la sua vita.

La protagonista del film è la meravigliosa Lucrezia Lante Della Rovere, che condivide con Lucrezia Borgia il nome, ma che, soprattutto, è discendente di Giulio II, al secolo Giuliano della Rovere, il Papa che commissionò a Michelangelo gli affreschi della cappella Sistina. Acerrimo nemico dei Borgia, Giulio II ne ha decretato la rovina. Un bel filo.

Lucrezia Lante della Rovere, riprese Certosa, 7 settembre, foto Valerio Pazzi

Il teaser del film è stato presentato lo scorso 13 maggio nella sala dell’Arengo

In esso si può apprezzare quanto i registi amino giocare con stili, mode e riferimenti alla cultura, facendoli interagire con luoghi ricchi di arte e storia. Immagini che mostrano alcuni dei luoghi che fanno da scenografia alla storia, come il Palazzo Roverella Circolo dei Negozianti e le segrete del Castello Estense di Ferrara. Ma non solo: il teaser contiene alcuni momenti del backstage a cui emerge la passione con cui i registi, il cast e tutta la troupe stanno portando avanti il progetto che la pandemia ha rallentato, come gran parte del mondo del cinema, della musica e del teatro.

Il film tanto atteso e dal sapore pop e un po’ glamour, è in uscita l’8 marzo 2023, giorno della Festa della Donna. Sarà un caso?

Il progetto Lu’ duchessa d’Este. Fama e infamie di Lucrezia Borgia è patrocinato da: Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Comune di Modena, Città Metropolitana di Bologna, Visit Romagna, Comune di Nepi, Comune di Bentivoglio, Comune di San Lazzaro, Comune di Voghiera, Fondazione Ferrara Arte, Genus Bononiae – Musei della Città, GVC We World, AICS, Festival dell’Eccellenza al Femminile.

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Cover e foto nel testo sono di Valerio Pazzi, dal set del 7 Settembre 2022

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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