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Da: Ufficio Stampa Gruppo Ferrara Civica

Ferrara Civica, in merito all’ipotizzato recupero di Palazzo Prosperi-Sacrati, ritiene che sia un grande risultato, dopo tanti anni, per un bene architettonico e culturale importante per Ferrara; come altrettanto grande e impegnativo sarà il successivo percorso di valorizzazione.

Valorizzazione, infatti, per cosa? Già si è espressa parte della Giunta per un allargamento degli spazi dell’Università cittadina (una scelta anche della precedente amministrazione sconfitta alle urne). Questa nostra riflessione invita, invece, a una destinazione più strategica e maggiormente legata alla posizione topografico-urbanistica in cui si trova il Palazzo e che riteniamo utile alla progettazione di un’espansione innovativa di Ferrara città patrimonio culturale dell’Unesco.

Tutto parte dalla considerazione di un comparto urbanistico in cui sono già presenti edifici adibiti alla valorizzazione della “Memoria”, in particolare di quella artistica: vale a dire i Musei.
Teniamo sempre presente che il concetto di “Memoria” è legato al concetto di “futuro”, perché chi non ha memoria non ha futuro e il Museo è uno dei momenti di materializzazione tridimensionale del concetto Memoria. È però limitativo pensare a una struttura museale finita e completa, in quanto attualmente la conservazione museale va dal neolitico ai “giorni nostri”; e questa è la ragione per cui in futuro ci sarà bisogno sempre di maggiori spazi disponibili, appunto, per la conservazione e valorizzazione dinamica, moderna, digitale e proiettata nel futuro della Memoria.

In concreto, vedremmo bene quest’occasione per realizzare un fatto che entrerebbe di diritto nella storia della città e del suo storico cambio di passo politico voluto dai cittadini attivi per il suo governo: la creazione di un “Polo museale Diamanti”; un polo unico al mondo sviluppato lungo e attorno la dorsale di Corso Ercole d’Este -prima strada moderna d’Europa- comprendente i palazzi e i relativi giardini dei:
Diamanti (sede espositiva di mostre d’arte antica e il Museo del Risorgimento e della Resistenza);
Turchi-Di Bagno (con Museo della Paleontologia e l’Orto Botanico, sede di mostre scientifiche);
Prosperi-Sacrati nuova, esclusiva sede di una potenziata sezione d’arte contemporanea-moderna;
Massari (con il Museo dell’Ottocento e del Novecento, e un “rinato” PAC Padiglione di Video Arte Contemporanea), nonché, una riflessione progettuale che coinvolga anche l’antico complesso degradato della ex Chiesa e Convento di Santa Caterina in via Roversella confinante col quadrivio attraverso le aree verdi interne del Diamanti.

Ricordiamo, ancora, l’intelligente proposta, di qualche anno fa, del critico d’arte ferrarese Lucio Scardino, di realizzare una sorta di “Pantheon” (statue, busti di artisti e personalità locali nel corso dei secoli) da realizzarsi in un percorso storico-culturale-turistico con fulcro il Parco Massari, che potrebbe inglobare anche i parchi prossimi a Diamanti e Prosperi-Sacrati con esposizioni temporanee di opere scultoree, che nel tempo, tramite le donazioni, potrebbero diventare esposizioni permanenti e quindi, creare le basi per la realizzazione di un vero e proprio Museo della Scultura en plei-air.

Vorremmo poi citare che esistono diverse “collezioni” ancora prive di degna sede -nonché d’importanti lasciti bibliotecari-: le opere della donazione Farina (oltre 190 opere di arte del Novecento), le opere della ex Cassa di Risparmio S.p.a oggi Bper, la collezione Cavallini-Sgarbi, nonché quelle di altri privati che potrebbero mettere in visione di un vasto pubblico anche esterno alla città il loro valore artistico.

Ancora, si potrebbe collegare il “Polo” alla topografia dei luoghi della Certosa Monumentale di Ferrara sottostimata e da riqualificare e promuovere sistematicamente- la rinata Chiesa di San Cristoforo, le opere-tombe monumentali di assoluto pregio architettonico artistico-culturale e l’antistante area verde proscenio naturale di appuntamenti estivi musicali di pregio per le produzioni del locale Conservatorio: per questo parliamo di un unicum. Insomma, il recupero del Palazzo Sacrati è l’occasione per pensare e progettare spazi aperti e chiusi per mostre permanenti, temporanee e luoghi di qualità per valorizzare la città e la sua vitale ospitalità.

E se poi dovesse prevalere dal confronto pubblico un orientamento del Sacrati a sede di un rinnovato Museo Antonioni, ebbene, che sia, con questo nome, il Museo di Ferrara e il Cinema, della storia del ferrarese attraverso l’arte cinematografica e l’opera di tutti i suoi cineasti.

Palazzo Sacrati è, anche, l’occasione anche per rilanciare il Diamanti alla sua vocazione naturale di perno centrale perché si potrebbe pensare a una nuova sistemazione e allestimento del Museo del Risorgimento, che libererebbe spazi per i servizi complessivi del Polo Museale (caffetteria, sala internet, laboratori didattici, biglietteria, ecc.), in una visione più ampia e creativa. Questo, in attesa che si possa cogliere per il “Progetto Polo” le opportunità offerte dal complesso Caserma Bevilacqua, garantendo nuova collocazione più moderna e funzionale alle esigenze e servizi garantiti dalla Polizia di Stato.

Per quanto riguarda l’ipotesi di destinare il Sacrati a sede universitaria, ricordiamo che nel futuro restauro di Palazzo di Renata di Francia, sede del rettorato, è presente un’aula magna prestigiosa, come pure già nella vicina ex Facoltà di Lettere e Filosofia, come quella prevista dopo gli interventi alla Facoltà di Matematica, senza dimenticare quella già attiva alla Facoltà di Giurisprudenza.

Invece, il “piatto langue” di spazi pubblici -non consegnati a una esclusiva priorità universitaria- per eventi congressuali di prestigio, vista la sottrazione a questo uso dell’ex Teatro Verdi.
Quale migliore cornice di Palazzo Sacrati per una sala adeguata e avveniristica -pubblica anche se del caso gestita da privati- per avviare lo sviluppo del turismo congressuale?

Questo, senza nulla togliere al ruolo fondamentale di UniFe per lo sviluppo della città, che per raggiungere tale obiettivo -da noi evidenziato in più occasioni- può rivolgere il suo potenziamento utilizzando altri “buchi neri” della città da anni dismessi sui quali si dovrà, comunque, presto tardi intervenire come -e ci limitiamo a due gravi esempi- l’ex ospedale San Giorgio di via Boschetto vincolato dalla Soprintendenza e le cosiddette Nuove Cliniche dell’ex Sant’Anna proposte alla demolizione dalla vecchia giunta. Per non parlare poi: della vuota Casa del Pellegrino; dell’abortita Scuola della Guardia di Finanza nel complesso di San Benedetto, della sede Ausl Ferrara di via Cassoli, prossimo contenitore “da destinare” una volta traslocate le attività alla Cittadella della Salute.

Infine, non dimentichiamo i nuovi strumenti finanziario-patrimoniali pubblico-privati per gli interventi di ristrutturazione e di gestione di un Polo così concepito.

Ci sono, quindi, elementi per avviare tra i componenti della coalizione, il sistema economico-produttivo locale ed esterno alla città e la cittadinanza tutta, un’equilibrata riflessione e un confronto di ampia prospettiva prima di adottare scelte in favore di legittime e fondamentali aspirazioni universitarie che limiterebbero però altre e ben più strategiche e innovative espansioni; un clima favorevole testimoniato dalla civilissima, alta e condivisa riflessione del Prof. Ranieri Varese sul tema. Uno spirito che ritroviamo quando, presentando il 29 Luglio all’approvazione del Consiglio Comunale di Ferrara le Linee di Mandato, il Sindaco Fabbri afferma ”…se vuoi arrivare lontano, cammina insieme agli altri”- e che: ”siamo profondamente convinti del valore della programmazione politico-strategica come impegno comunitario e condiviso, in grado di far crescere Ferrara e tutto il territorio, e riteniamo che questa occasione debba essere uno stimolo per le forze politiche, di maggioranza e dì opposizione, ad alzare il livello del confronto in una sintesi di alto profilo, capace di innescare un circolo virtuoso che possa andare ben oltre la durata di questo mandato”.

Ferrara Civica, per nascita e vocazione, con spirito di collaborazione, in virtù di quanto annunciato dal Sindaco, risponde per costruire assieme alla città un Progetto di respiro per un settore fondamentale per Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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