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Da: CNA Ferrara

Dall’Osservatorio nazionale della Cna “Comune che vai, burocrazia che trovi”, emerge la mole abnorme di adempimenti e i salati costi che le imprese sono costrette a subire. Quasi 20mila euro e 86 adempimenti amministrativi necessari ad un autoriparatore per iniziare l’attività.

Bellotti, una realtà inaccettabile pagata a caro prezzo dalle imprese proponiamo standard condivisi tra tutti i Comuni, digitalizzazione e dialogo tra gli Enti interessati condizioni per semplificare

Ferrara – Avviare un’attività di autoriparazione costa 18.550 euro, per un totale di 86 adempimenti, mentre fare l’acconciatore ne richiede 65 (coinvolgendo ben 26 tra enti e amministrazioni vari), pari ad un costo di 17.535 euro. E gli esempi possono continuare. I dati dell’Osservatorio nazionale della Cna “Comune che vai, burocrazia che trovi”, alla sua prima edizione, confermano quanto la burocrazia rappresenti una bella gatta da pelare per le piccole e medie imprese, restituendo la fotografia di una realtà se fosse possibile ancor più abnorme e gravosa per chi la deve sopportare.
L’indagine, alla quale ha partecipato anche la Cna di Ferrara per le cinque tipologie d’impresa prese in considerazione (acconciatura, bar, autoriparazione, gelateria, falegnameria), è stata condotta da Cna, in collaborazione con 52 Associazioni territoriali, in rappresentanza di altrettanti comuni, di cui 50 capoluoghi di provincia. Lo studio analizza inoltre alcuni aspetti dell’avvio d’impresa, comuni a tutti gli aspiranti imprenditori: gli adempimenti relativi a salute e sicurezza, la pratica per esporre un’insegna, la ristrutturazione dei locali, l’assunzione di un apprendista. Tutte le attività scontano profonde differenze tra un comune e l’altro, che incidono in termini di tempi ma anche di denaro. Ne emerge quanto la burocrazia costituisca effettivamente un elemento che frena le potenzialità di sviluppo e di crescita, prima di tutto per le pmi, e più in generale l’economia del Paese.
“Il quadro offerto dai dati dell’Osservatorio dà concretamente l’idea di quanto la burocrazia soffochi le imprese in termini di tempo, di costi e rallentamento del proprio lavoro. Questo, nonostante i numerosi tentativi di riforma e i proclami di questi anni. Una realtà inaccettabile, che Cna non può e non vuole considerare scontata, nella convinzione che ogni processo di modernità e di crescita del nostro Paese debba necessariamente passare dalla lotta alla sburocratizzazione e dalla semplificazione, specie per le imprese sottoposte, ogni giorno, ad una difficile competizione di mercato”.
Per quanto riguarda Ferrara, il presidente Bellotti sottolinea come la burocrazia stritoli pesantemente le nuove iniziative economiche, e in particolare quelle dei giovani che hanno voglia di fare impresa. “Siamo di fronte ad una vera emergenza, le imprese non riescono ad avviarsi perché la burocrazia ha sostituito ogni buona prassi, dall’avviamento assistito al controllo di produzione. Tutto si basa sulla circolazione di carta all’interno di uffici, nei quali prevale la ricerca esasperata dell’autotutela a scapito dello sviluppo. E questa danneggia tutti, in una spirale che va assolutamente interrotta”.
“Facciamo almeno un primo concreto passo verso la semplificazione – esorta Bellotti – Le Amministrazioni locali adottino standard condivisi su tutto il territorio provinciale e applichino in modo intelligente le tecnologie digitali, mettendo in rete tutti gli interlocutori che si interfacciano con le imprese, diversamente da quanto sta avvenendo, ad esempio, per la vicenda della fatturazione elettronica, ennesimo incubo per le imprese”.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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