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da: Alessandro Lucchinetti

L’Emilia Romagna si conferma al top nei pagamenti, un esempio virtuoso per il Paese. Nel primi nove mesi del 2015 il 47,2% delle imprese emiliano romagnole ha pagato entro i termini le fatture ai propri fornitori. Dal 2010 ad oggi sono cresciuti dell’80,9% i ritardi oltre i 30 giorni, percentuale in calo nell’ultima rilevazione. Modena la provincia più puntuale, Ravenna la peggiore. Le maggiori criticità nel Commercio al Dettaglio, bene l’edilizia. I risultati dello Studio Pagamenti CRIBIS D&B in Emilia Romagna aggiornati a fine settembre 2015

Le imprese della Provincia di Ferrara, dati aggiornati a fine settembre 2015, si posizionano al sesto posto in Regione in tema di puntualità nei pagamenti commerciali, confermandosi però, a livello nazionale, una delle realtà più virtuose.
Il 47,6% infatti ha saldato puntualmente le fatture, mentre il 44% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e l’8,4% oltre i 30 giorni. Una performance migliore sia della media regionale (47,2% di pagamenti puntuali) sia, nettamente, di quella nazionale (36,8%). Si segnala però il peggioramento dei ritardi gravi, passati in 4 anni dal 5,7% del 2010 all’8,4% attuale.
È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese emiliane nel terzo trimestre 2015.
In regione Modena è la provincia più virtuosa con ben il 49,8% di imprese puntuali. La seguono Forlì e Cesena, con il 49,3% di imprese regolari, Piacenza (48,7%), Parma (48,4%), Reggio Emilia (47,8%), Ferrara (47,6%), Bologna (47,3%), Rimini (44,5%). In ultima posizione Ravenna, dove solo il 42,2% delle imprese paga alla scadenza le fatture.
L’Emilia Romagna, anche in questi primi nove mesi dell’anno, si conferma la regione più puntuale in Italia, un esempio per il Paese. Ma un cauto ottimismo arriva anche dalle novità sui ritardi gravi, calati del 9,6% rispetto ad un anno fa.
Entrando nel dettaglio ben il 47,2% delle imprese della regione ha pagato entro i termini concordati, mentre il 44,3% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni e l’8,5% oltre i 30 giorni. Una performance di pagamento significativamente migliore sia di quella nazionale (nella media italiana il 36,8% delle imprese paga alla scadenza e il 14,5% con un ritardo oltre i 30 giorni) sia di quella del Nord Est (43,4% di imprese puntuali, 9,2% con un ritardo oltre i 30 giorni). Dall’analisi del trend però, rispetto al quarto trimestre 2010, la situazione dei pagamenti commerciali in Emilia Romagna mostra ancora alcune difficoltà: è vero che i pagamenti alla scadenza sono cresciuti del 15,7%, ma parallelamente i ritardi superiori ai 30 giorni sono aumentati dell’80,9%.
È quanto emerge dallo Studio Pagamenti aggiornato al terzo trimestre 2015, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese Emiliane.
In regione Modena è la provincia più virtuosa con ben il 49,8% di imprese puntuali. La seguono Forlì e Cesena, con il 49,3% di imprese regolari, Piacenza (48,7%), Parma (48,4%), Reggio Emilia (47,8%), Ferrara (47,6%), Bologna (47,3%), Rimini (44,5%). In ultima posizione Ravenna, dove solo il 42,2% delle imprese paga alla scadenza le fatture.
Nell’analisi per settore, il Commercio al Dettaglio continua a mostrare le maggiori difficoltà. I pagamenti puntuali sono solo il 33,6%, ben il 13,6% la quota dei ritardi oltre i 30 giorni medi. Andamento opposto per quanto riguarda il settore edile con una percentuale di pagamenti virtuosi pari al 55,5%, i ritardi gravi oltre i 30 giorni sono solo del 7,9%.
Siamo di fronte a una nuova normalità, con un assestamento su valori medi negativi. “La crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi”, commenta Marco Preti, amministratore delegato CRIBIS D&B. “Durante la crisi le aziende hanno vissuto un fortissimo cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e dopo sei anni è possibile oggi tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato sicuramente, le aziende operano oggi in un ambiente molto più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, le aziende hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”.
La conferma arriva proprio dall’osservatorio privilegiato su migliaia di clienti rappresentato da CRIBIS D&B: le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole, le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”, conclude Preti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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