Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Festival
Ferrara, 10 Agosto 2020
La quinta edizione del Ferrara Film Festival inizierà il prossimo 17 Settembre, in forma ridotta e in totale sicurezza per via delle restrizioni del Covid-19, dove saranno proiettati soltanto i film vincitori nelle 13 rispettive categorie. Nulla toglie a tutti i 38 film che hanno composto la selezione ufficiale del 2020, produzioni cinematografiche di altrettanto livello professionale e prestigio, a cui sarà ugualmente dedicato ampio spazio sia all’interno del programma che nella piattaforma multimediale del festival. Già lo scorso Giugno l’organizzazione aveva comunicato la decisione di svolgere il festival quest’anno nell’arco di soli quattro giorni, invece che otto come da norma, per una questione di sicurezza.
Attori internazionali del calibro di John Travolta, Morgan Freeman, Susan Sarandon, Justin Long, Eric Roberts appariranno nei film in programma al Cinepark Apollo di Ferrara, sede delle proiezioni.
Anche noti attori italiani appariranno nei 13 film della kermesse cinematografica, tra cui Alessandro Haber e Alice Pagani (star della nota serie di Netflix “Baby”). Il programma dei film, per quanto già molto ricco, non è altro che la punta dell’iceberg di un programma che includerà eventi a tema e di beneficenza, incontri con i professionisti del cinema e party serali che lasceranno il segno.
Tutte le informazioni sulle singole categorie dei film si trovano su www.ferrarafilmfestival.com Questi sono i 13 film in programma (tutte premiere europee o italiane), che comprendono lungometraggi, cortometraggi e documentari:
The Poison Rose (premiere di apertura fuori concorso)
USA, 2019 (107 min)
Regia: Francesco Cinquemani, George Gallo
Cast: John Travolta, Morgan Freeman, Brendan Fraser, Famke Jansen, Alice Pagani, Alan Cappelli Goetz e Denny Mendez
Safe Spaces (vincitore categoria “feature USA”)
USA, 2019 (93 min)
Regia: Daniel Schechter
Cast: Justin Long, Kate Berlant, Lynn Cohen, Michael Godere
Inside The Rain (vincitore categoria “miglior attore”)
USA, 2019 (90 min)
Regia: Aaron Fisher
Cast: Aaron Fisher, Ellen Toland, Eric Roberts, Rosie Perez
American Mirror (vincitore categoria “miglior documentario”)
USA, 2018 (62 min)
Regia: Arthur Balder
Cast: Susan Sarandon, Tigran Tsitodghdzyan, Florence Faivre, Ashley Hinshaw
Se un Giorno Tornerai (vincitore categoria “feature world”)
Italia, 2019 (82 min)
Regia: Marco Mazzieri
Cast: Antonia Liskova, Paolo Pierobon
Il Mio Nome è Alzheimer (vincitore “premio speciale della giuria”)
Italia, 2019 (52 min)
Regia: Raffaella Regoli, Antonello Sette
Màt Sicuri, L’ultimo Diogene (vincitore categoria “Emilia-Romagna filmmakers”)
Italia, 2019 (30 min)
Regia: Francesco Dradi, Fabrizio Marcheselli, Antonio Cavaciuti
Cast: Alessandro Haber, Alvaro Evangelisti
New York Rhapsody (vincitore categoria “short USA”)
USA, 2019 (13 min)
Regia: Salvatore D’Alia Cast: Vanessa Joy, Robin Andre Baksh, Chris Palermo
Apollo 18 (vincitore categoria “short world”)
Italia, 2019 (8 min)
Regia: Marco Renda
Cast: Alfonso Di Giacomo, Suragi Massassaba, Roberto Chevalier
Say Grace (vincitore categoria “miglior regia”)
Gran Bretagna, 2019 (17 min)
Regia: Phil Hawkins
Cast: Abigail Richardson, Maiken Magnuseen
Un Tipico Nome Da Bambino Povero (vincitore categoria “UNICEF”)
Italia, 2019 (15 min)
Regia: Emanuele Aldrovandi
Cast: Darlington Iyamabo, Marco Maccieri, Irene Petris
Heartwood (vincitore categoria “FFF earth”)
Italia, 2019 (61 min)
Regia: Stefano Petroni
Cast: Agostino Petroni,
Sava Riaskoff L’attesa (vincitore categoria “miglior attrice”)
Italia, 2019 (23 min)
Regia: Angela Bevilacqua
Cast: Lucianna De Falco
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Francesco Monini
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