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A due settimane dalla riapertura dei servizi educativi, la situazione ci sembra essere esplosiva. Contrariamente a quanto viene raccontato, non sta andando tutto bene: il personale assente causa positività al Covid non viene prontamente sostituito; le sezioni, che dovrebbero essere chiuse con la
presenza di un solo positivo, rimangono aperte con il rischio di aumentare i contagi e di conseguenza le future chiusure; il lavoro straordinario è ormai diventato ordinario.
Ma andiamo con ordine. Il DL del 7.01.2022 prevede, per i nidi e le scuole d’infanzia, che: “in presenza di un caso di positività nella stessa sezione o gruppo classe, si applica alla medesima sezione o al medesimo gruppo classe una sospensione delle relative attività per una durata di 10 giorni”.
A Ferrara questa legge non si applica: il Dipartimento di Sanità Pubblica pare abbia comunicato alle scuole che i bambini non presenti il giorno nel quale viene riscontrato il caso di positività possano continuare a frequentare. Ma così si rischia di far saltare completamente il tracciamento e di non avere contezza della reale situazione. Peraltro di questa comunicazione sanitaria pare non esserci traccia scritta. Come ampiamente previsto dalla FP CGIL e dalla UILFPL, il personale attualmente in servizio non è sufficiente a coprire tutte le assenze. E per questo sono state rotte le sezioni-bolla. Anche dei bambini. E questo non va bene.
La rottura delle “bolle” da parte delle insegnanti e delle ausiliarie, che siamo certi avvenga nel rispetto dei protocolli COVID che prevedono la completa svestizione ogni qualvolta si cambi sezione, dovrebbe però essere l’estrema ratio e non lo strumento di gestione ordinaria delle assenze. A noi pare che questo non stia avvenendo. Ed infatti i contagi e le chiusure aumentano. Si aggiunga che, alla richiesta di FP CGIL e UILFPL, di sottoporre ad un tampone preventivo il personale che dovrà cambiare sezione
e quindi rompere la “bolla”, l’Assessora ha risposto in maniera negativa.
In tutto questo, il Comune si ostina a chiedere che le attività non frontali (formazione, collettivi, incontri con i genitori) vengano fatte in presenza: in un momento di recrudescenza del virus, quando lo stesso Brunetta ha sdoganato lo smart working, il Comune sceglie un’altra strada. In tutto questo, alla richiesta di parte sindacale di sottoporre, su base volontaria, il personale docente e non docente ad un tampone, a carico del datore di lavoro, ogni 14 giorni, il Comune continua a rispondere di no.
Ovviamente il mondo cooperativo che gestisce i servizi in appalto si è rapidamente adeguato a tutte queste scelte del Comune. Così anche nel privato abbiamo bolle rotte, sezioni aperte quando dovrebbero essere chiuse, personale a cui viene spesso richiesto di coprire l’intero turno di apertura
delle scuole. Ed un aumento di casi di positività e di conseguenti chiusure.
Anche in questo caso, di tamponi calendarizzati per il personale neanche l’ombra. Se l’obiettivo è mantenere aperti i servizi a qualunque costo favorendo il contagio del virus, si può dire che la strada intrapresa è quella giusta. Viceversa, se si ritiene prioritaria la tutela del personale, dei bambini e delle bambine, allora ci vuole un deciso cambio – da parte del Comune, dei soggetti gestori e dell’ASL – che rimetta al centro la salute di chi nei servizi lavora e di chi quei servizi utilizza.

FP CGIL – Luca Greco
UILFPL – Leonardo Uba

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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