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Da: Centro Locale Intercultura Onlus

Alle ore 16, presso la sede di Via Ravenna di Agire Sociale gli studenti appena rientrati in Italia e i volontari dell’Associazione Intercultura racconteranno le loro esperienze e forniranno le informazioni per partire per un programma di studio all’estero

Ferrara, 17 ottobre – Negli ultimi anni frequentare un anno scolastico all’estero (o anche un periodo più breve) durante le scuole superiori è diventata una pratica diffusa: nel 2016 erano 7.400 gli studenti stimati all’estero per almeno per 3 mesi (fonte:wwwscuoleinternazionali.org), con un incremento del +111% in 7 anni. I motivi? Diventare cittadini del mondo, costruire un pacchetto di conoscenze e competenze da spendere in un mercato del lavoro sempre più globalizzato, innalzare le proprie soft skill di tipo relazionale, comunicativo e organizzativo. Sono queste le esigenze sempre più pressanti degli studenti di oggi, a cui Intercultura offre una risposta concreta, attraverso i suoi programmi scolastici all’estero in 65 Paesi di tutto il mondo.
Anche a Ferrara studenti, genitori e scuole sono sempre più interessati alle opportunità di esperienze internazionali. Attualmente, della provincia di Ferrara con i programmi scolastici di Intercultura sono all’estero 11 adolescenti ospitati in 10 Paesi diversi. Il Centro Locale di Ferrara, attivo stabilmente sul territorio dal febbraio 2010, in questi anni ha inviato all’estero 99 studenti, molti dei quali sono potuti partire grazie alle Borse di Studio elargite loro da Intercultura per oltre 210.000 euro o da sponsor territoriali. Le famiglie ferraresi, in questi stessi anni, hanno aperto le loro case a 27 ragazzi provenienti dai luoghi più disparati della terra; le scuole come i licei Carducci, Ariosto, Roiti, Dosso Dossi, Guidomonaco e l’Istituto Vergani li hanno accolti e offerto un percorso scolastico volto a facilitare il loro inserimento nella realtà scolastica italiana.
Come si partecipa a queste esperienze? I volontari di Intercultura hanno organizzato un incontro informativo aperto a tutti gli studenti e le famiglie interessate: l’appuntamento è per le ore 16 di sabato 20 ottobre presso Agire Sociale in via Ravenna 52 a Ferrara, dove sarà possibile ricevere informazioni e suggerimenti utili:le destinazioni disponibili, come richiedere una borsa di studio, l’ospitalità in famiglia, la scuola all’estero e il coordinamento con i docenti in Italia. Protagonisti dell’incontro saranno anche alcuni ragazzi appena rientrati dal loro periodo di studio all’estero; attraverso il proprio racconto spiegheranno che cosa significhi trascorrere una parte così importante della propria vita a contatto con un’altra cultura, tra sfide, difficoltà, benefici e bellissimi ricordi di momenti speciali vissuti con i nuovi amici provenienti da tutto il mondo. Come Bianca che ha trascorso un anno scolastico in Norvegia nel 2017/2018:
“Quando quasi un anno fa (è incredibile pensare che il tempo sia passato così in fretta) scelsi di inserire la Norvegia tra i paesi in cui mi sarebbe piaciuto trascorre il mio anno all’estero, non sapevo davvero cosa aspettarmi. Nessuno mi aveva mai parlato del Nord Europa, quindi sono arrivata in questo paese conoscendo solo un paio di stereotipi. In due mesi la Norvegia è riuscita a stupirmi e a cambiarmi in un modo che non credevo fosse possibile, o almeno non in così poco tempo.
Il mio aspetto preferito della Norvegia è il silenzio che c’è qui, sia che tu ti ritrovi a guardare le montagne del sud-est, sia che tu stia nell’aeroporto più importante del paese. Inoltre i Norvegesi hanno un rispetto per la natura quasi reverenziale: amano andare a fare passeggiate in montagna, in kayak, passare weekend nelle loro hytta (case di montagne che solitamente non hanno elettricità e acqua potabile). E soprattutto: vanno fieri della loro terra e sono sempre felici di farla scoprire a chi, come me, viene da realtàcompletamente diverse. Per quanto a volte questa esperienza sia dura, mi basta guardare il sole che tramonta nei fiordi o le montagne ricoperte di betulle e subito la mia giornata diventa mille volte migliore”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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