Skip to main content

Non è la prima volta, né la seconda, che ospitiamo la protesta di un folto gruppo di cittadine e cittadini ferraresi, impegnati nella difesa e per il potenziamento del servizio pubblico delle biblioteche. Al Comune di Ferrara chiedono una cosa molto semplice e assolutamente legittima: che le proprie proposte vengano dibattute in un pubblico confronto.
L’Assessore alla Cultura Marco Gulinelli ha promesso da mesi un Tavolo Partecipato, ma le sue parole sono rimaste tali. Intanto l’Amministrazione Comunale ha fatto le sue scelte, evitando sistematicamente il confronto con i cittadini. Cittadini elettori che, secondo l’A B C della democrazia, sono portatori di un preciso diritto all’ascolto. Il Sindaco Fabbri e l’Assessore Gulinelli pare l’abbiano dimenticato.
Riveviamo e pubblichiamo il comunicato delle CITTADINE E CITTADINI A DIFESA DELLE BIBLIOTECHE.
 Repetita iuvant,  almeno così ci auguriamo. ( Effe Emme)

Ancora una volta ci tocca apprendere dalla stampa le novità che riguardano il sistema bibliotecario ferrarese. Dal 1° ottobre, dunque, le biblioteche Rodari e Luppi passeranno ad una gestione esternalizzata.

Non che ciò ci sorprenda, visto che da sempre quest’Amministrazione intendeva arrivare a quest’approdo. Quello che continua a essere negativo è che le decisioni vengono prese senza una reale volontà di coinvolgimento della cittadinanza, delle tante persone che, come noi, sono attive da molto tempo per difendere e rilanciare il ruolo delle biblioteche pubbliche nella città. Infatti, al di là di qualche incontro formale, sostanzialmente richiesto sempre da noi, l’Amministrazione comunale ha deciso di procedere senza svolgere un confronto approfondito sulle proposte che da tempo abbiamo avanzato.

Non si tratta solo di vedere riconosciuto un nostro ruolo nelle decisioni di Codesta amministrazione, ma di avere la possibilità di capire quali siano i presupposti alla base delle scelte in questione, perché nei provvedimenti assunti riteniamo esservi poca trasparenza.
Non sono chiare, ad esempio, le modalità di offerta e svolgimento del servizio, gli orari di fruizione dello stesso, che appaiono più una modulazione di quanto esistente prima piuttosto che un reale allungamento degli stessi, il trattamento economico delle lavoratrici che effettueranno la nuova gestione, soprattutto il progetto relativo al futuro del sistema bibliotecario comunale.

Rimane solo la scelta dell’esternalizzazione delle 2 biblioteche che, al di là dell’importante professionalità delle lavoratrici e della cooperativa che le gestiranno, significa, però, un disimpegno e un disinvestimento  dell’Amministrazione nel sistema bibliotecario. Né abbiamo visto nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa dagli assessori Gulinelli e Travagli alcun riferimento alla creazione del Tavolo partecipativo sul futuro del sistema bibliotecario, più volte annunciato in passato e che, invece, non è stato costituito, ma che per noi, rimane un punto fondamentale per il rilancio dello stesso e, più in generale, per la promozione culturale in città.

Da parte nostra, continueremo ad insistere sulla necessità che questo Tavolo venga attivato e che lì ci sia la possibilità di un serio e approfondito confronto sulle soluzioni future. Per noi rimane ferma la necessità di un piano di potenziamento dell’offerta bibliotecaria pubblica, che preveda:
– l’apertura di una nuova biblioteca nell’area Sud della città;
– la gestione pubblica del sistema bibliotecario cittadino;
– l’assunzione di un numero congruo di bibliotecari/e comunali;
– la promozione di un modello di gestione delle biblioteche che non si limiti alla sola distribuzione dei libri, di per sé elemento prioritario, ma, sia luogo di incontro con tutti i soggetti interessati alla promozione culturale della città, come tante delle nostre biblioteche sono state in grado di realizzare.

Per affermare questi obiettivi continuerà la nostra iniziativa e mobilitazione.

CITTADINE E CITTADINI A DIFESA DELLE BIBLIOTECHE

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it