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Dietro i murales batte un cuore, anzi, tanti cuori votati all’arte. Disegni, scritte e colori che aprono squarci di fantasia su molti muri di Ferrara sono realizzati da un gruppo di ragazzi della città che anno dopo anno sono stati affiancati da writer e artisti affermati, provenienti da tutt’Italia.
A raccontarlo è Psiko, nome d’arte di Paolo Garola, che a Ferrara da diversi anni collabora con il Comune, Area giovani, per portare avanti un’idea: quella che dipingere in strada non è un crimine, ma può anzi diventare un’occasione di esprimersi cercando nello stesso tempo di dare un tocco di bellezza in più alla città. Gli angoli più anonimi e le pareti grigie, secondo lui, possono diventare quasi un’istigazione allo sfregio. E allora murales, graffito, lettering o disegno che sia e che ci va sopra – quando è bello – diventa una forma di piacere per gli occhi e, nello stesso tempo, qualcosa che spinge a non imbrattare.
Psiko è nato e cresciuto a Torino, ma dopo i vent’anni arriva a Ferrara, dove ha i nonni materni. “Fin da bambino – racconta – mi piaceva disegnare. Per me è un bisogno, più ancora che una passione”. Così la sua esperienza di writer nel capoluogo piemontese se la porta tutta qui, conosce i referenti di Area giovani che gestiscono attività e spazi del Comune e insieme a loro parte il progetto “Graffi a Fe”. E’ il 2007 e l’iniziativa coinvolge i ragazzi che hanno questa voglia di disegnare e scrivere sui muri, mette a loro disposizione vernici, ma soprattutto pareti pubbliche fuori dal centro storico, dove fare arte senza sfregiare monumenti o palazzi privati.
Adesso Psiko ha 32 anni e fare arte è diventato un po’ un mestiere. Insieme ad altri ragazzi del gruppo di Area giovani ha fondato l’associazione culturale Articiok, parola in dialetto ferrarese (= carciofo) e che richiama il concetto di arte con un suono scoppiettante. Psiko è il presidente di Articiok, il vicepresidente è Elvis ‘Mambo’ Pregnolato, classe 1973, e segretario è Don Bro, coetaneo di Psiko. “L’associazione – spiega il presidente – in realtà non ha scopo di lucro e ci serve per partecipare a iniziative collettive, concorrere a progetti o bandi in modo da coprire almeno le spese vive, mentre portiamo in giro l’attività che amiamo”.
Ognuno di loro, poi, la vita se la guadagna cercando di farci stare dentro il proprio talento artistico. Mambo, ad esempio, dipinge scenografie per un’azienda di Modena che allestisce parchi di divertimento; Don Bro fa tatuaggi con una tecnica molto particolare e curata; Psiko dipinge opere su commissione, fa scenografie e quando ha un po’ di tempo mette a frutto l’altra sua passione, che è quella della cucina.
Oltre a questo gruppetto storico, Articiok mette insieme altri nomi di writer ferraresi: il più giovane è Mendez, studente 19 enne del Dosso Dossi; poi ci sono Esc, 23enne di Portomaggiore appena uscito dall’Accademia di belle arti di Bologna; Andrea Amaducci, che è vicepresidente dell’associazione culturale non profit Grisù di Ferrara.
Graffiti, disegni sui muri e firme personalizzate (lettering) per Psiko sono il collante di generazioni, stili e persone diverse che diventano parte di un progetto ambizioso: fare della città un museo a cielo aperto. Ecco allora che si può girare per Ferrara, rimanendo ai margini della zona monumentale e storica, per scoprire una piccola antologia di arte contemporanea. C’è Cristiano ‘SirTwo’ Luparia, classe 1972 di Milano, specializzato in lettere tridimensionali che ha lasciato una sua opera su un edificio del parco dell’Itis Carpeggiani; i Tdk che a Milano fanno writing dagli anni ’80 e che hanno contribuito al murales con i pugili del Palapalestre di Ferrara insieme a Mambo; il ferrarese Don Bro che sul Palapalestre firma la gigantografia dell’arbitro e all’Itis Carpeggiani il volto di Cavour; Psiko pittore dei bambini affacciati sule pareti della scuola elementare Don Milani; Made Ead, classe 1972 di Padova, autore del ritratto di Garibaldi sull’edificio visibile sul retro dell’Itis Carpeggiani; sempre all’Itis ci sono Psiko per il lettering sotto a Mazzini, Erik per quello sotto a Cavour e Mendez sotto a Garibaldi; Esc che sul Palapalestre ha fatto i podisti e Macs il giocatore di basket; Andrea Amaducci che firma la striscia con l’incontro tra una ragazza e un ragazzo sul retro del Palapalestre; Mambo il personaggio di Doc tra il sottomura e il parcheggio ex Mof in Rampari di San Paolo; sempre vicino all’ex Mof i bambini dark sul retro sono dell’Incubatore, Calinda l’artefice del personaggio con il volto che si disfa e un diamante tra le mani, mentre è di Esc il totem con il rubinetto aperto.
Il museo a cielo aperto non si ferma qui. Spray e creatività sono pronti a ripartire in primavera per dare colore e forme ai muri della palestra del liceo Ariosto, via Arianuova 19, mentre a marzo ci sarà una collettiva al teatro Concordia di Portomaggiore con arte, musica, proiezioni. Perché quello che conta è l’unione delle diverse forme di creatività, tanti talenti da tirare fuori e mettere in piazza.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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