Skip to main content

Da Paola Peruffo

Abbiamo tutti ben presente la famosa giustificazione posta da diversi membri della Giunta a fronte degli innumerevoli episodi di criminalità degli ultimi anni: nella nostra città non c’è insicurezza, ma solamente una percezione diffusa in certe zone. Salvo poi essere costretti, per gli stessi quartieri, ad attivare l’esercito.
Ecco, riguardo al contesto ambientale sembriamo, purtroppo, segnati da un destino molto simile.
Negli anni noi ferraresi siamo stati vessati da scelte infelici e ben poco illuminanti da parte dei nostri amministratori: investimenti su un certo tipo di chimica e di produzione energetica nell’ex petrolchimico (vedi incremento di tumori nella zona nord ovest della città), smaltimento di rifiuti da altre regioni presso l’inceneritore di via Diana, scarsissimi correttivi a un tasso di micropolveri elevato e in costante aumento, inquinamento del sottosuolo nel quadrante est, senza contare altri allarmanti aspetti.
Mali certificati dal rapporto sullo stato della salute ambientale di Ferrara secondo le statistiche stillate dal Sole 24 Ore.
A fronte di una provincia in cui le aziende risultano scarsissime rispetto alle regioni del nord, figuriamo al 28° posto di questa classifica. Venendo al dettaglio, siamo sessantaseiesimi in merito alla qualità dell’aria. A Torino la sindaco Appendino, giusto pochi giorni fa, ha invitato i suoi concittadini a tenere porte e finestre chiuse a fronte del livello allarmante di pm10. Non discuto sull’efficacia o meno di un simile provvedimento, ciò che è importante è il messaggio che è stato lanciato. La nostra giunta, purtroppo, sembra quasi del tutto indifferente alla pessima aria che respiriamo e che genera ogni giorno nuovi casi di patologie alle vie respiratorie.
Tornando ai dati, siamo al 98° posto (su 104) come produzione di rifiuti e, in questo caso, non vale nemmeno la pena tornare a spendere parole sulla sciagurata scelta dei cassonetti a calotta perché l’esito è sotto gli occhi (e il naso) di tutto. E sul caso si sta svegliando perfino il Pd.
Malissimo poi i dati riguardanti gli incidenti stradali e l’uso dei mezzi pubblici, per via di una rete decisamente carente. Pessimi risultati anche circa la dispersione dell’acqua immessa nella rete idrica – malgrado il virtuosismo medio degli utenti -, e qui dovremmo chiamare in causa lo stato degli impianti di diffusione, oltre alla pressione con cui l’acqua è immessa.
Ce la caviamo sulle piste ciclabili, seppure in calo, perché ci sono amministrazioni pubbliche che investono molto più di noi in questo settore.
Più che parole attendiamo fatti concreti per un’inversione di marcia urgente sulle scelte ambientali che riguardano il nostro presente e il futuro dei nostri figli.

Paola Peruffo
Coordinatrice provinciale
Forza Italia Ferrara

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it