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da: Ferrara Off

Sabato 12 marzo – ore 21
Domenica 13 marzo – ore 17.30
LUMI DALL’ALTO
corse clandestine in città
di Gigio Brunello e Gyula Molnar
in scena Gigio Brunello

Domenica 13 marzo – dalle 10 alle 14
workshop
LA PAROLA AI BURATTINI
con Gigio Brunello

Sabato 12 marzo, alle ore 21, e domenica 13, alle ore 17.30, si chiude la rassegna ‘Teatro d’inverno’ organizzata dall’associazione culturale Ferrara Off, tra gennaio e marzo. Otto spettacoli teatrali per undici repliche, dedicati ad adulti e bambini, e quattro incontri di approfondimento tra arte e impegno civile. Nel fine settimana conclusivo, Gigio Brunello, torna al Teatro ‘Ferrara Off’ con lo spettacolo ‘Lumi dall’alto – Corse clandestine in città ‘, terzo ed ultimo capitolo della ‘Trilogia sulla città di Mestre’. Dopo ‘Vite senza fine’ e ‘Teste Calde’, visti nei mesi scorsi a Ferrara Off, per una volta ancora lo straordinario burattinaio veneto farà vivere, parlare, muovere, in una parola, animerà le statue di legno, che egli stesso costruisce, protagoniste di una fiaba albanese, poetica ed evocativa, che narra di immigrazione. ‘Lumi dall’alto’ prende spunto da una vicenda realmente accaduta: “quando Ariona me la raccontò” spiega Brunello, “era incinta del primo figlio. Mi aveva fatto vedere il video del suo matrimonio: lei con lo sposo e gli invitati percorrevano velocemente i viali di un parco e guardavano sorridenti verso la telecamera. Mi disse poi che quel video era un falso, l’avevano girato, di nascosto dai proprietari, in una villa veneta approfittando del giorno di chiusura e grazie al giardiniere albanese loro amico. Non avevano denaro per potersi permettere un matrimonio vero e proprio, ma quel video serviva per far felici i parenti rimasti in Albania, nonostante i suoi genitori avessero già combinato un matrimonio con un cugino ricchissimo che viveva a Londra. Così cominciò a raccontarmi la sua storia, fin da quando era partita in gommone col suo fratellino”.
Gigio Brunello fa raccontare le sue storie agli ‘oggetti’, non agli attori in carne e ossa, e questo conduce lo spettatore, quasi inconsciamente, nella sfera dell’infanzia, che è la sfera della dolcezza, dove un giocattolo ha a pieno diritto lo status di essere vivente. Le sculture di Brunello compongono il suo ‘teatro degli oggetti’ (come viene definito), un micro mondo di statue che lui prende, sposta, fa parlare e con cui parla. La loro vita ci arriva attraverso di lui come esattamente accade ai bambini quando giocano: le loro emozioni, le loro storie, sono tutte proiettate sull’oggetto, che nel momento in cui è toccato dal loro sguardo, diventa un compagno di emozione: vero, vivo, da tenere in considerazione.
Attraverso le musiche scritte dalla figlia, Rosa Brunello, contrabbassista e anima del quintetto che da lei prende nome, lo spettacolo si arricchisce ulteriormente, facendo entrare gli spettatori in una casa dell’Est con i suoni un po’ allegri e un po’ malinconici della musica dei Balcani.
Una fiaba moderna, ricca di disarmante tenerezza, per adulti e per bambini: la replica di domenica 13 alle ore 17.30 conclude, infatti, anche la rassegna dedicata all’infanzia ‘L’inverno dei bambini’.
Sempre domenica 13 marzo, dalle ore 10 alle 14, Gigio Brunello terrà il laboratorio di scrittura ‘La parola ai burattini’, per approfondire e conoscere le regole e le ‘eccezioni’ del teatro di figura, attraverso riflessioni, esercizi e dimostrazioni.
Ingresso spettacoli: euro 8 soci Ferrara Off, euro 5 under 20, euro 10 non soci (comprensivi di tessera associativa). Costo del laboratorio ‘La parola ai burattini’: 30 euro soci Ferrara Off, 40 euro non soci (comprensivi di tessera associativa). Per ulteriori informazioni: 333.6282360 o www.ferraraoff.it.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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