Skip to main content

Il visitatore che in questi giorni attraversa la città di Ferrara trova bandiere di colori diverse appese sui palazzi publici e privati, lungo le vie del centro e in quelle un po’ più periferiche. Sono le bandiere delle contrade del Palio. L’evento – in città molto sentito, ma magari meno celebre di altri analoghi – vanta il primato mondiale storico tra queste antiche gare. La prima corsa di fanti e fantesche, somari e cavalli per le vie della città risale infatti al 1259, mentre quello di Siena ha probabili origini tardo-duecentesche, ma è nel 1656 che viene preso in carico dal Comune senese in maniera sistematica.
Ma perché a Ferrara in piazza del Duomo sventola la bandiera giallo-viola con l’unicorno, mentre nella confinante piazza Municipale è issata la bandiera bianco-nera con l’aquila? Per il Palio, il territorio della città di Ferrara è diviso in otto quadranti: corrispondono ai territori delle contrade e ognuno contiene un pezzettino di storia. I quattro quadranti che si trovano tutti all’interno delle mura della città sono i “rioni”, mentre sono chiamati “borghi” quelli fuori dalla cinta muraria. Ecco la mappa, percorsa da nord ovest in senso orario.

mappa-contrade-Palio-Ferrara
Mappa delle contrade del Palio di Ferrara

Rione San Benedetto. Colori bianco e azzurro per la contrada che abbraccia il territorio cittadino, che va dai confini nord delle mura cittadine fino alla Porta degli Angeli, chiusa a est da corso Ercole d’Este e a sud dall’asse di viale Cavour. L’impresa è quella del diamante sull’anello episcopale, avvinghiato da due foglie di garofano rosso. Adottato da Ercole I, simboleggia la potenza raggiunta dagli Estensi attraverso la politica matrimoniale e il legame con lo Stato Pontificio.

Rione Santo Spirito. Giallo e verde per la contrada che rientra nel territorio dell’Addizione Erculea con il fulcro della festa nella sua piazza Ariostea, dove vengono corse le gare del Palio di Ferrara. Il confine sud è segnato da corso Giovecca. L’impresa è quella della granata svampante, il proiettile, simbolo guerresco di Alfonso I.

Rione Santa Maria in Vado. Giallo e viola per la contrada che occupa un quarto della città entro le Mura, tra il centro con il Duomo e tutte le vie acciottolate della parte medioevale. L’impresa è quella dell’unicorno, animale mitologico raffigurato nell’atto di purificare le paludose acque ferraresi con il suo corno miracoloso.

Ferrara-Palio-Unicorno-impresa-contrada-Santa-Maria-Vado
Unicorno della contrada di Santa Maria in Vado

Rione San Paolo. Bianco e nero per il territorio della contrada, che si sviluppa intorno al castello estense. Arriva fino al confine sud del porto fluviale di via Darsena e delle mura di Rampari di San Paolo, dove è il Museo dell’ebraismo e dove si affacciano i parcheggi ex Mof e quello di viale Kennedy. L’impresa è quella estense dell’aquila sulla ruota.

Borgo San Giacomo. Blu e giallo sulle bandiere di questa contrada, che ingloba la parte interna delle mura del vecchio Acquedotto e una vasta zona periferica che va fino all’antico borgo di Mizzana. La sua impresa è un’aquila bianca, stemma originario degli Este.

Borgo San Giovanni. Il rosso e il blu sono i colori della contrada, il cui territorio si estende verso nord est al di fuori delle mura cittadine, spingendosi fino al confine dell’area comunale. L’impresa è quella della lince bendata: l’animale simbolo della vista acuta è emblema del primo vero principe estense, Niccolò III, morto avvelenato; suo figlio Leonello ereditandolo vuole rappresentare l’animale con la benda in omaggio al padre e alle sue idee inascoltate.

Palio-Ferrara-idra-impresa-contrada-San-Giorgio
L’idra, impresa della contrada di San Giorgio

Borgo San Giorgio. Rosso e giallo per il territorio fuori dalle mura, che è stato il fulcro iniziale della storia cittadina. Come impresa, la mitologica idra: mostro dalle sette teste draghesche che si contorce nel fuoco.

Borgo San Luca. Rosso e verde per il territorio di uno dei primi nuclei di insediamento sul ramo del Po che attraversava Ferrara. L’impresa è quella dello steccato detto anche “pararuro”: una zucca avvolta e legata a fior d’acqua allo steccato, con la funzione di idrometro per indicare ai guardiani il livello delle acque.

Stemmi e mappa de Palio – che si corre oggi in piazza Ariostea – sono tratti dal sito ufficiale www.paliodiferrara.it

tag:

Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore del mantovano volante” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” dedicato all’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017).

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it