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Da: Organizzatori

Il 25 aprile parte la seconda fase con performance musicali in diretta social, una trasmissione web di approfondimento e un corso di formazione per condividere competenze e contenuti

Performance musicali in diretta social, formazione on line e un programma di musica e approfondimento per pensare al futuro del settore: prende il via il 25 aprile Step Up – un’idea di festival a cura di Ferrara Sotto le Stelle e Arci Ferrara, che già da marzo è presente sul web con live di musica e letteratura per diffondere cultura e socialità a distanza consentita. “L’emergenza sanitaria ha imposto la necessità di accelerare un cambiamento che già avevamo intenzione di compiere – spiega il direttore artistico Corrado Nuccini-. La creatività è in trasformazione e così il nostro Festival, che con i suoi 25 anni di storia, ricerca il cambiamento con forme e linguaggi innovativi mettendo al centro lo scambio, la formazione, la competenza e la sinergia tra le varie realtà, cittadine ma non solo”. La prima fase del festival, Close Up – programmazione di vicinanza consentita, ha proposto 65 performance online tra musica, poesia, dj set, musica elettronica e sperimentale per oltre 30 ore di contenuti e si è conclusa il 2 aprile con una maratona di oltre otto ore, una delle prime esperienze italiane di festival realizzato interamente online, con ottime risposte di pubblico connesso.

Step Up – un’idea di festival prenderà il via il 25 aprile alle 19.00 sui canali social di Ferrara sotto le Stelle con “Memoryscapes Live Sound. Liberazione”, pellicola 16mm girata dall’allora ventiduenne Antonio Marchi e sonorizzata dal vivo in anteprima da Stefano Pilia, Nicola Manzan, Cabeki, Xabier Iriondo e Laura Agnusdei. Si prosegue domenica 26 aprile alle 18.00 con Cosa Resta della Musica, un talk show che va in rete ogni domenica sera ospitando giornalisti, musicisti e artisti per analizzare attraverso pensieri, canzoni e parole le cose che vogliamo salvare da questa quarantena e portare oltre, nel mondo che sarà. Si parte con il fumettista Alessandro Baronciani, il giornalista Nicholas David Altea, la musicista Roberta Sammarelli dei Verdena, in collaborazione con Officina Meca. Si proseguirà il 30 aprile alle 19.00 con Isolation Portrait, appuntamento del giovedì con performance legate alla musica elettronica, creativa e innovativa che guarda oltre l’Italia, con artisti selezionati su canali non convenzionali con l’obiettivo di portare alla luce esperienze da tutto il mondo.
Infine, si andrà oltre la programmazione musicale proponendo un corso di alta formazione per chi è interessato ad acquisire conoscenze per lavorare ad un festival, condividendo il know how delle professionalità che collaborano da anni con Ferrara Sotto le Stelle. Presto sarà online un bando d’iscrizione che consentirà ai 15 partecipanti selezionati di seguire lezioni a distanza con professionisti del settore su tematiche come art direction, produzione esecutiva, comunicazione web, social e istituzionale. “L’emergenza Covid-19 ci ha messo davanti a grandi cambiamenti e ci spinge a riflessioni sul futuro del sistema festival – conclude Nuccini-. Una sfida che non si vince da soli ma solo facendo rete e creando collaborazioni con altre realtà per presentarci nel futuro prossimo meno in competizione e più in sinergia”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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