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Un simbolico incontro tra storia della città di Ferrara e tradizioni delle campagne della pianura padana, “Storia e storie tra Ferrara e il mondo popolare padano” è il titolo dell’incontro culturale in programma oggi 21 febbraio dalle 15 al MAF – Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco.
Farà da apripista la presentazione del volume “Ferrara svelata“, di Giorgio Mantovani e Leopoldo Santini (2G Editrice, Ferrara, 2015), preceduta dalla proiezione di suggestive immagini tratte da “Ferrara 1925-1928. Scatti inediti di Francesco Zerbini“, di Enrico Zerbini. Il libro raccoglie articoli apparsi su un quotidiano locale in anni diversi e focalizza i più disparati aspetti della storia della città. Scrive Silvia Villani in una nota di presentazione: “Nascono così gli approfondimenti su chiese e conventi, negozi storici ormai scomparsi ma la cui fama è rimasta nel tempo, strade con emergenze storiche, palazzi, monumenti, curiosità, usi e costumi, personaggi tipici entrati nella leggenda cittadina, artisti e loro ritrovi, momenti storici significativi, riflessioni sulla toponomastica e sulle innovazioni tecnico-industriali, sulla nuova edilizia, senza dimenticare le corse al palio, il corpo dei pompieri, le antiche farmacie e la professionalità degli speziali, i fornai e la loro arte e tanto altro”.
Seguirà quindi un incontro canoro e musicale con Otello Perazzoli, artista e studioso di tradizioni popolari, che farà conoscere i “Torototéla“, singolari personaggi che, con travestimenti a volte rozzi e con il suono di un violino ricavato da una zucca, giravano di casa in casa cantando strofette e canzoni ricevendo in cambio modesti omaggi, soprattutto in natura. Le sue esibizioni venivano immancabilmente chiuse con la formula “torototéla-torototà”. Otello Perazzoli, veronese, eseguirà alcuni di questi canti accompagnandosi all’organetto e dotandosi anche di uno splendido, autentico esemplare di “bastone del Totototéla”, salvato a suo tempo dall’oblio dallo studioso conterraneo Dino Coltro.

L’incontro si chiuderà con un buffet di saluto preparato con i prodotti della terra estense. I visitatori avranno anche l’opportunità di ammirare la mostra-studio fotografica “Il Reno. Acqua che scorre. Il Fiume si racconta“, in parete fino a tutto il 25 febbraio.

L’iniziativa è promossa dal Comune di Ferrara, dal MAF e dall’associazione omonima.

MAF – Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese Via Imperiale, 263 44124 – San Bartolomeo in Bosco (Fe) Tel. 0532 725294 – Fax 0532 729154 e-mail: info@mondoagricoloferrarese.it

Dal comunicato a cura degli organizzatori.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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