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Da: Consiglio Regionale Giorgio Ferroni

Ieri sera, presso la Galleria Matteotti, si è tenuto un nuovo incontro informale di Giorgio Ferroni con i sostenitori della lista Rete Civica per Borgonzoni Presidente. Sono state molte le questioni affrontate dal candidato alla carica di consigliere regionale che ha indicato, nell’occasione, alcune priorità.

“Dopo aver parlato con moltissime persone, sia a Ferrara che nel resto della provincia, ho avuto la conferma che alla gente interessino sempre di meno le questioni interne ai partiti che coinvolgono singoli rappresentanti politici – ha precisato il candidato – ma pretendono risposte concrete su temi importanti.
Innanzitutto la nostra provincia, purtroppo, presenta il record negativo di tumori e i provvedimenti di contrasto allo smog sono quasi inesistenti. Se da un lato le attività del polo chimico, nel corso dei decenni, hanno prodotto danni enormi all’ambiente, dall’altro credo che la Regione debba smettere di latitare e fornire strumenti concreti di contrasto all’inquinamento, dopo che negli ultimi giorni a Ferrara ci sono stati sforamenti continui delle polveri sottili a livelli sempre più preoccupanti. Parlo di aumento degli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi, contributi più sostanziosi per l’installazione di pannelli solari, una ridefinizione del trasporto pubblico in tutta la provincia, un’indispensabile svolta nel potenziamento delle energie rinnovabili e il completamento delle piste ciclabili su strade pericolose”.

Proprio quest’ultimo punto si sposa all’ulteriore tema affrontato da Giorgio Ferroni nel corso della serata. “Sicurezza è anche quella che deve accompagnare chi percorre le nostre strade visto che sono ancora moltissimi gli incidenti, spesso purtroppo mortali, su una rete viaria non adatta alle esigenze del traffico di oggi. Anche in questo caso la provincia di Ferrara è stata trascurata da chi ha governato la Regione negli ultimi 70 anni. Si tratta di temi scarsamente affrontati nel corso dei dibattiti elettorali e poco avvertiti da chi ha amministrato sinora. Su questi aspetti voglio porre tutto il mio impegno portandoli all’attenzione di Lucia Borgonzoni in attesa di un necessario cambio di marcia alla guida della Regione”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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