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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Festival del Cinema di Porretta Terme (Bologna), la XIV edizione in programma dal 21 al 26 aprile sarà dedicata a regista Francesca Archibugi, regista di grande sensibilità e talento vincitrice di cinque David di Donatello e tre Nastri d’argento.

Il Festival è stato presentato oggi a Bologna nella sede della Regione, presenti Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura, Nicolò Savigni vicesindaco di Porretta Terme, Luca Elmi presidente dell’associazione Porretta Cinema, Stefano Storani coordinatore di Rete degli Spettatori e Andrea Morini, Cineteca di Bologna.
“Con il Festival di Porretta Terme si apre una stagione bella, ricca di occasione e di eventi di qualità – ha affermato l’assessore Mezzetti -, che coincide con il nostro imminente Piano Triennale correlato alla Legge 20 per il Cinema, che ci permetterà di varare probabilmente già a giugno i primi bandi per il sostegno delle produzioni cinematografiche. Ci saranno a disposizione più fondi di quanti previsti in un primo momento, quasi 4 milioni di euro se si sommano le risorse europee, quelle regionali dal bilancio ordinario e quelle per favorire la diffusione della cultura cinematografica”.

“Sono lieto che a Porretta – ha commentato Luca Elmi – accanto alla filmografia di una regista di fama trovi spazio il cinema invisibile col concorso Fuori dal giro, nato in collaborazione con Rete degli Spettatori e giunto alla sua terza edizione. Crediamo che il futuro del cinema sia oggi più che mai nelle mani e negli occhi dello spettatore che con la sua curiosità, il suo stupore e la sua voglia di conoscere possa consentire a tutti i film, anche quelli più piccoli o più originali, di trovare spazio ed esprimere il proprio punto di vista”.

Domenica 26 aprile Francesca Archibugi, nota per pellicole dallo sguardo delicato come Mignon è partita, Il grande cocomero,Verso sera e Questione di cuore, incontrerà il pubblico per presentare il suo ultimo film, Il nome del figlio e parlare del suo lavoro, con la disponibilità e la sincerità che la contraddistinguono.

In occasione del Festival verrà conferito un premio speciale a Giampaolo Testa, fondatore nel 1960 della Mostra internazionale del cinema libero di Porretta.

Alla rassegna monografica su Francesca Archibugi si affianca la sezione in concorso Fuori dal giro, dedicata al cinema italiano di qualità. Saranno quattro i film in gara accompagnati dai loro autori, pronti a sottoporsi al giudizio del pubblico in questa affascinante sfida che vede lo spettatore protagonista dell’evento. Eleonora Danco, Roan Johnson, Michele Alhaique e Leonardo Guerra Seràgnoli, registi di quattro dei film più interessanti della stagione e inseriti nella lista della selezione 2015 di Rete degli spettatori, stilata da una prestigiosa giuria di critici, si confronteranno con il pubblico porrettano sulle scelte artistiche che hanno plasmato le loro opere.

Associazione Porretta Cinema e il Festival del Cinema di Porretta Terme
L’associazione Porretta Cinema nasce senza scopo di lucro con l’obiettivo di allargare l’offerta culturale del proprio territorio e proseguire l’esperienza del Festival del Cinema di Porretta Terme. L’operato dell’associazione si inserisce idealmente nel solco della tradizione della Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme che durante gli anni ’60 costituì uno dei più importanti antifestival italiani e senza censure proiettò in anteprima La classe operaia va in paradiso e Ultimo Tango a Parigi. In tredici anni il Festival del Cinema di Porretta Terme ha portato nella provincia di Bologna alcuni dei più prestigiosi nomi della cinematografia nazionale e internazionale, come Giuseppe Tornatore, Mario Monicelli, Ken Loach o Constantin Costa Gavras. Il Festivalha così contribuito alla ricchezza del territorio dell’Alta Valle del Reno e alla sua vivacità culturale, offrendo la possibilità di approfondire la conoscenza di autori universalmente riconosciuti, anche attraverso l’incontro diretto con il regista, in un contesto piacevole e informale.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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