Skip to main content

Da Organizzatori

«La sorpresa più entusiasmante che il festival RiCrea ha regalato a Ferrara è arrivata dai ragazzi, dagli oltre duecento adolescenti che sabato pomeriggio hanno presentato i progetti creativi che hanno sviluppato nel weekend». Così Gianfranco Franz, ideatore della manifestazione dedicata alla rigenerazione urbana che per due giorni ha impegnato le sale e il giardino di Factory Grisù, ha voluto concludere l’iniziativa. L’ultimo appuntamento del festival si è tenuto domenica mattina in quella che una volta era la sala macchine dei vigili del fuoco, sala che oggi è diventata il fulcro delle attività che si svolgono all’interno della vecchia caserma di via Poledrelli, al centro dal 2012 di un importante trasformazione.

«La sperimentazione formativa avviata con Ricrea ha dato risultati eccezionali» ha sottolineato il vicesindaco Massimo Maisto, presente all’appuntamento insieme all’assessore comunale all’urbanistica Roberta Fusari. Accompagnati dai professionisti che li hanno guidati in questo percorso, gli studenti hanno realizzato prototipi, materiali per la comunicazione e strumenti per il web: assistenti vocali per la realizzazione di ricette, vestiti che si illuminano, tavoli di legno che grazie a uno speciale inchiostro che trasmette l’energia suonano come pianoforti, video interviste e fanzine cartacee per raccontare il festival, mappe online dedicate ai luoghi abbandonati e da riqualificare, progetti fotografici di grande impatto.

«RiCrea ha portato in città le più interessanti esperienze di riqualificazione avviate a livello nazionale e internazionale, grazie a tanti incontri, workshop e tavole rotonde – ha proseguito Franz –. Ma soprattutto ha contribuito a far crescere un modello di alternanza scuola lavoro effettivamente e concretamente capace di sviluppare le capacità dei giovani, che hanno dimostrato di riuscire autonomamente a proporre soluzioni di sicuro potenziale».

La tavola rotonda ha visto il contributo di tanti protagonisti della vita culturale, sociale ed economica ferrarese, associazioni e imprese impegnate a sviluppare nuove modalità lavorative, creative e inclusive. «Dobbiamo stimolare le istituzioni a portare avanti il cambiamento, per fare in modo che espressioni di vitalità come quelle che abbiamo avuto modo di conoscere in questi giorni possano crescere e diffondersi», ha spiegato Massimo Marchetto, presidente di Factory Grisù e portavoce delle aziende insediate nell’ex caserma, invitando i rappresentanti del Comune a concludere l’incontro.

«Aspettare è l’errore più grosso che si possa fare – ha ribadito Maisto -. I politici devono imparare ad essere meno timidi, a chiedere a livello regionale e nazionale che esperienze come questa escano dal canale della sperimentazione, perché la sperimentazione non può essere infinita. Ma anche chi lavora in ambito creativo deve imparare a essere meno timido, perché il nostro Paese ha senza dubbio un potenziale di crescita ancora non completamente espresso. L’obiettivo è creare occupazione».

RiCrea è ideato e coordinato dell’Università di Ferrara, Dipartimento Economia e Management e Dipartimento di Architettura, sviluppato con la Camera di Commercio, Cna Ferrara e Factory Grisù. Patrocinato dal Comune di Ferrara, verrà realizzato nell’ambito dal progetto “Fare Giardino”, vincitore del bando Anci 2016 per la rigenerazione urbana, grazie al contributo di Ferrara Fiera e a partner tecnici come Bia Spa e Coferasta, al supporto di Ancescao, Web Radio Giardino, Ferrara Off, Impactscool, RemTech, AFM – Scuola di Musica Moderna, Visit Ferrara.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it