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20 Settembre 2018

Fiab Ferrara – Mobilità sostenibile

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Direttivo Fiab Ferrara

Si è parlato di Mobilità Nuova all’Urban Center, dove Fiab, Comune di Ferrara e Ami hanno organizzato un convegno in occasione della Settimana Europea della Mobilità.
Paolo Gandolfi ha aperto i lavori parlando della legge quadro sulla mobilità ciclistica, entrata in vigore lo scorso febbraio e che promuove l’uso della bicicletta sia per le attività turistiche che per la mobilità urbana. Tutte le nostre città, compresa Ferrara hanno ancora un sistema di progettazione urbana basato sull’automobile e non sulla persona. Questo il pensiero unanime dei relatori al convegno. Aldo Modonesi, assessore alla mobilità urbana del Comune di Ferrara ha sottolineato il buon numero di cittadini che usano la bici, circa il 29%, seguito però da un alto numero di persone che utilizzano l’auto privata, 64% e un uso del trasporto collettivo troppo basso.
Si è parlato di salute con Aldo De Togni, del dipartimento di Sanità pubblica dell’Asl di Ferrara. Muoversi, fare sport o semplicemente fare attività fisica riduce la possibilità di contrarre alcuni tipi di tumori, ma soprattutto è un alleato fortissimo contro il diabete e le malattie cardiovascolari. Camminare e andare in bici, è fondamentale per ragazze e ragazzi, ecco che realizzare un progetto casa-scuola in sicurezza diventa prioritario.
Alessandro Bratti ha tracciato per sommi capi le funzioni di Ispra di cui è direttore. Si tratta di un ente pubblico di ricerca, che coordina il sistema nazionale di protezione dell’ambiente. Tra i suoi compiti anche quello di Osservatorio sulla mobilità urbana sostenibile. A Giulietta Pagliaccio, presidente di Fiab nazionale il compito di sottolineare l’importanza di arrivare in tempi rapidi a una diminuzione del traffico veicolare nei centri urbani, compreso le auto elettriche, non esiste solo l’inquinamento ambientale, ma anche quello paesaggistico e le auto, tutte le auto, sottraggono suolo pubblico destinato alle persone. All’incontro era stato invitato il sottosegretario Michele Dell’Orco che ha preferito declinare l’invito. Un’occasione mancata per illustrare, nella città delle biciclette, cosa il governo sta facendo in tema di mobilità sostenibile.

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FIAB


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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