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Da Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Calvano: “Un unicum a livello nazionale per sostenere la battaglia di milioni di persone”

La Regione Emilia-Romagna ha emanato le linee d’indirizzo per “Diagnosi e trattamento della fibromialgia”. Il consigliere regionale Paolo Calvano, da sempre in prima linea sul tema esprime orgoglio e soddisfazione per questo traguardo.

«Un passo importante che rende pubblico il documento, frutto di un anno e mezzo di intenso lavoro, del gruppo tecnico interdisciplinare, istituito e coordinato dall’Assessorato alla Sanità. – spiega – Finalmente si concretizzano nero su bianco le linee guida per la gestione della fibromialgia. Si tratta di un traguardo che vede la Regione Emilia Romagna al fianco di tutti i pazienti affetti da questa malattia reumatica, difficile da riconoscere e da diagnosticare. Si colma così un vuoto, in quanto per la prima volta in Italia un ente pubblico emana un documento di ampio respiro sulla patologia. Fino ad oggi non esistevano linee di indirizzo rivolte ai medici su questa devastante malattia, questo documento invece consentirà di sviluppare percorsi formativi con i medici di medicina generale e gli specialisti che si occupano di fibromialgia, definendo, modalità di diagnosi, presa in carico del paziente, trattamento e follow-up post trattamento della malattia».

La Direzione Generale Sanità della Regione ha inviato ufficialmente il documento alle direzioni sanitarie, ai responsabili delle strutture reumatologiche e dei dipartimenti di cure primarie oltre che alle aziende sanitarie della Regione.

«Questo documento rappresenta un unicum a livello nazionale per sostenere la battaglia che milioni di persone affrontano quotidianamente ed è anche oggetto di confronto con il Ministero della Salute e con il Consiglio Superiore di Sanità. – prosegue Calvano – Ora sarà da promuovere attivamente nei territori, anche con l’aiuto delle associazioni di pazienti, in modo da facilitare l’organizzazione delle risposte da parte del Servizio Sanitario Regionale».

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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