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Stabilimento tutto in rosa alla Water Care Filters di Ferrara. «La precisione, puntualità, cura e dedizione femminili sono fondamentali per la produzione delle nostre 20 tipologie di filtri», afferma il presidente Fabio Massaro.

FERRARA , 15 MARZO 2021 – Ci sono produzioni in cui è l’abilità costruttiva a dare pregio alla materia prima e a rendere il prodotto altamente performante. È il caso dei sofisticati filtri per l’acqua per utilizzo umano realizzati dall’azienda ferrarese Water Care Filters, dove una manodopera tutta al femminile garantisce ogni giorno un processo produttivo delicato, preciso e complesso.

«Qui lavorano 15 donne, un gruppo di collaboratori tutto in rosa non a caso», afferma il presidente dell’azienda Fabio Massaro, che l’ha rilevata dal fallimento alcuni anni fa garantendole una nuova vita e un futuro interessante. «I nostri filtri sono destinati a molteplici ambienti e a un impiego importante, poiché contribuiscono al mantenimento della salute delle persone – premette l’imprenditore -. Il loro processo produttivo, perciò, richiede attenzione, precisione, puntualità, costanza e meticolosità. Tutti pregi che abbiamo costantemente riscontrato nella manodopera femminile, sempre affidabile e appassionata nel proprio impegno lavorativo».

Massaro richiama così le considerazioni che sono ricorrenti a livelli prestazionali piuttosto importanti: «Nel team sono strategici collaboratori preparati sì, ma prima ancora affidabili». È questa la prima carta vincente, dunque, delle donne che si stanno facendo strada alla Water Care Filters, dove sono alla guida di ogni processo: dalla saldatura alla piegatura dei materiali per i diversi filtri, dall’amministrazione al marketing. 

Water Care Filters produce 20 differenti tipologie di filtri per acqua, destinati a una molteplicità di ambienti, tra cui gli ospedali. «La nostra mission è confermare in modo continuativo la qualità del nostro brand e di ogni singolo filtro che esce dalla nostra azienda» afferma Massaro, particolarmente grato alle “sue” donne per la professionalità e la passione che dimostrano. «È grazie a loro che anche l’ambiente lavorativo è sereno e al contempo frizzante, un luogo dove si viene volentieri a lavorare e dove si sta bene con se stessi e con i colleghi», conclude l’imprenditore.

 

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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