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da: organizzatori

Va in archivio la ventesima edizione di Finalestense, la rievocazione storica ormai entrata nel cuore di tutti i finalesi – a distanza di ventun anni (la manifestazione non si è svolta nel 2012, causa terremoto) dalla prima volta – con i suoi cortei, il suo Palio delle Cerchie, i mercatini storici, gli antichi mestieri fatti rivivere da maestri artigiani e le tante spettacolazioni.

Nel tempo la manifestazione ha saputo modificarsi e adattarsi alle esigenze degli spettatori, come testimonia il successo dell’ultimo appuntamento: migliaia e migliaia di persone nelle piazze e nelle strade del centro storico nell’arco delle tre giornate, ad assistere alle sfilate, agli spettacoli e ai giochi delle Cerchie. Tanti giovani e giovanissimi direttamente protagonisti dei giochi divertenti e appassionanti, tanta gente a passeggio nelle vie a curiosare tra un banchetto e l’altro, tante persone a tavola ad apprezzare il lavoro dei ristoratori professionisti o a gustare le proposte gastronomiche dei volontari delle associazioni del territorio, presenti alla manifestazione con le proprie taverne per raccogliere fondi da utilizzare nelle loro attività sportive, culturali o di spettacolo.

E non può essere certo l’imbecillità di qualcuno disposto a fare “rissa” in qualsiasi luogo e contesto si trovi, oppure la stupidità e la maleducazione di altri alla ricerca dell’occasione per una sbronza, quasi fosse un rito di iniziazione, a rovinare una festa tanto bella e tanto sentita dai finalesi di ogni età, ma amata anche da persone che arrivano un po’ da ogni parte per vivere queste giornate all’insegna della storia e del divertimento.

Ormai sono diverse le generazioni che hanno attraversato le sfide del Palio, tanto che padri e figli possono trovarsi fianco a fianco nella stessa cerchia o uno contro l’altro con casacche diverse. Così come tanti sono gli amici che si fronteggiano da avversari nei tre giorni dell’evento per poi trovarsi a cena o a scherzare tranquillamente, un minuto dopo la conclusione di una gara.

Per la cronaca, quest’anno la vittoria è andata alla Cerchia di San Lorenzo che originariamente rappresentava gli abitanti del luogo, situato alla periferia di Finale, dedicato all’omonimo santo, ma che dal 2007 è gestita da un gruppo di ragazzi di Casumaro, località di cui proprio San Lorenzo è il patrono.

“Siamo molto soddisfatti del successo registrato anche quest’anno – dice il sindaco Fernando Ferioli – Finalestense è un evento che ha saputo appassionare e coinvolgere ormai diverse generazioni di finalesi e tante ne coinvolgerà in futuro.
È proprio questo l’obiettivo che ci siamo dati con questa ventesima edizione: mettere le basi affinché Finalestense possa durare almeno altri venti anni e oltre, continuando a farsi amare e apprezzare per la sua genuinità e la capacità di trascinare chiunque vi prenda parte.
Purtroppo gli imbecilli di turno sono sempre alla porta e possono anche capitare episodi che nulla hanno a che fare con lo spirito della manifestazione”.

“Già in questa edizione – aggiunge l’assessore alla Cultura e Promozione del Centro Storico, Massimiliano Righini – sono stati fatti parecchi passi in avanti rispetto al passato. L’attività delle forze dell’ordine nel monitorare i comportamenti e far rispettare le ordinanze che vietavano la vendita di alcolici oltre un certo orario e sull’inquinamento acustico è stata continua ed efficace.
Il mio e nostro ringraziamento va in particolare a Carabinieri, Vigili Urbani, Croce Rossa e Protezione Civile di Finale Emilia per l’impegno che hanno profuso in queste giornate. Purtroppo, in una manifestazione con così tanta gente, gli episodi di vandalismo gratuito, le risse o qualcuno che dà in escandescenze sono da mettere in conto, anche se va fatto di tutto perché non avvengano”.

Per migliorare ulteriormente su questo fronte, con la collaborazione delle forze dell’ordine e dell’ordine delle Cerchie è già allo studio un protocollo interno, legato ai comportamenti dei partecipanti alla manifestazione, in modo che anche le cerchie stesse si assumano la responsabilità di controllare i propri affiliati e vengano penalizzate nell’ambito del Palio nel caso non lo facciano sufficientemente bene.

“Vorrei comunque evidenziare – conclude Righini – il successo di pubblico e i consensi che ha raccolto la manifestazione nel suo insieme. Il ventennale di Finalestense è stato celebrato in modo adeguato, con un alto livello qualitativo sia per quanto riguarda le proposte e l’impegno delle associazioni finalesi, sia per il lavoro dei gruppi storici e le loro ricostruzioni, sia per gli spettacoli che sono stati proposti nell’arco delle tre giornate”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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