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da: ufficio stampa Cna Ferrara

Fino a domenica, al Giardino delle Duchesse, l’animazione della mostra mercato degli artigiani artisti itineranti al Buskers Festival.

Con la sua animazione colorata e la varietà di creazioni, monili, capi di abbigliamento e oggetti curiosi, rappresenta un preciso punto di riferimento per i visitatori del Buskers Festival, la Mostra mercato degli Artigiani artisti itineranti, organizzata dalla Cna al Giardino delle Duchesse di piazza Municipale, che vede quest’anno molti volti nuovi sia di artigiani ferraresi, che provenienti da diverse località italiane. Questa edizione si presenta con i caratteri distintivi di eccellenza del migliore artigianato artistico, capace di combinare tradizione e fermenti innovativi e contemporanei, comunque contrassegnati da quell’impronta di qualità, sapienza manuale, attenzione ai materiali e capacità creativa che contraddistinguono da sempre la produzione del nostro Paese.
Ma ecco i 27 protagonisti del Giardino degli Artigiani artisti itineranti, che si svolge fino a domenica proprio nel cuore del Buskers Festival 2015: Aprovecharte di Marco Sala (oggetti di arredo da materiali riciclati – Modena); Arizona di Raffaele Scaldarella (oggettistica in legno – Caserta); Arte De’ Contrari di De Lazzaro Enrico (foto e installazioni visive – Ferrara); Ceramica Artistica Graffita di Mazza Franco (ceramica artistica – Ferrara); Creative Lizeart di Katia Ciocca (oggetti di arredo per la casa – Mondavio); Dasca Design di Davide Sngeli (lampade e gioielli in seta vetrificata – Opera); Epan Production di Alessandro Angeli (bolle giganti – Torre del Lago); Barbara Fanti (accessori moda in ceramica – Sasso Marconi); Bottega Gazpacho di Giovanni Cavalleri (Borse e accessori in materiale riciclato – Bergamo); Figli di Trottola di Francesco Bramucci (giochi in legno – Arcevia); Fix Art di Simona Foglia (oggetti, complementi d’arredo e gioielli realizzati con materiali di recupero –Misano Adriatico); Folets Arte e Cuoio di Pietro Traina (calzature e manufatti su misura in pelle – Fano); Sergio Alejandro Godoy (burattini – Casoli); La Botteghilia di Bencivenni Ilaria (accessori e bigiotteria – Marzabotto); Mapulap Laboratorio Creativo di Stefania Gallina (creazioni in cartapesta a tema circense – Torino); Officina Ceramica Artistica di Greta Filippini (ceramiche artistiche – Ferrara); Oxido di Andrea Giovannelli (specchiere e cornici – Argenta); Pachamama di Elisabetta Occhi (ceramiche artistiche – Serravalle); Pensieri di Sabbia di Saieva Minea (quadri, formelle, specchi con la sabbia – Ferrara); Raggi di Luna di Patrizia Gabbanelli (manufatti in pelle e cuoio – Castelfidardo); Michele Ruscitto (lavorazione artistica di vinili – Ota Nova); Sagramoro di Aggeo Caccia (lavorazione pellami – Bondeno); Rita Schiavi (accessori moda in pelle, jeans, stoffa – Ferrara); Sugo di Andrea Mattei (abbigliamento e accessori – Torino); Tekton di Nicolò Nocera (bijoux realizzati a mano – Grugliasco); Grazia Tiberi ( capi di sartoria – Rueglio); Vetro Magico di Claudio Facchini (vetro soffiato – Milano).

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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