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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – La Regione Emilia-Romagna ha rinnovato la convenzione triennale con la Fondazione per le vittime dei reati, l’istituzione creata dalla Regione, dalle Province e dai Comuni capoluogo per dare un sostegno immediato alle vittime dei crimini dolosi di maggiore gravità.
“E’ uno strumento eccellente per aiutare le persone e siamo molto grati al senatore Sergio Zavoli che svolge, fin dalla nascita della Fondazione, con passione e impegno il ruolo di presidente”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore alle Politiche per la sicurezza della Regione Emilia-Romagna.
La Fondazione nel 2013 ha aiutato 87 persone con 34 interventi pari a 237.271 euro. “Si conferma – sottolinea Saliera – che la Regione è al fianco di chi subisce un torto e opera concretamente con risposte efficaci e tempestive”.
Nello specifico, 37 delle 87 persone aiutate sono minorenni (17 ragazze e 20 ragazzi) e 50 adulti (38 donne e 12 uomini). Tenendo conto dei reati, la fattispecie maggiore di intervento ha riguardato vittime di femminicidio con 8 casi, segue quella di casi di violenza domestica (cioè maltrattamenti avvenuti all’interno della sfera familiare e affettiva) con 7 casi. Sono stati 6 sia gli interventi per sostenere familiari di vittime di omicidi sia gli aiuti a chi ha subìto una violenza sessuale, 3 i casi di sostegno a vittime di tentato omicidio, 2 di tentato femminicidio e 2 di aggressione.
Venendo, invece, alla ripartizione territoriale, 11 interventi sono stati realizzati nella provincia di Bologna per un importo complessivo di 77 mila euro (6 dal Comune di Bologna, 1 da Casalecchio di Reno, 1 da Pianoro, 1 da Monghidoro, 1 da Budrio e 1 da San Lazzaro di Savena); 7 nella provincia di Modena per 42.770 euro (3 dal Comune di Modena, 2 da Novi di Modena e 2 da Sassuolo); 3 nella provincia di Parma per un importo complessivo di 22 mila euro (1 dal Comune di Parma, 1 da Sorbolo e 1 da Tizzano Val Parma); 6 nella provincia di Reggio Emilia per 32.500 euro (2 dal Comune di Reggio Emilia e 1 rispettivamente da Rubiera, Guastalla, Castelnovo di Sotto e Rio Saliceto); 2 nella provincia di Ravenna per 15 mila euro (1 dal Comune di Ravenna e 1 dal Comune di Faenza); 2 nella provincia di Piacenza per 25 mila euro (1 dal Comune di Fiorenzuola d’Arda e 1 da Alseno); 2 nella provincia di Ferrara per un importo complessivo di 20.500 euro (1 dal Comune di Argenta e 1 da Comacchio);1 nella provincia di Forlì-Cesena per un importo complessivo di 2.500 euro (dal Comune di Civitella di Romagna).

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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