Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Per il periodo 2014-2020 risorse a disposizione pari a 786 milioni di euro. Nei sette anni precedenti 2007-2013 in Emilia-Romagna le risorse sono state utilizzate al 108,38%

Bologna – L’Emilia-Romagna ha approvato la propria proposta di Programma operativo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020, il documento che delinea per i prossimi 7 anni la strategia di programmazione delle risorse del FSE, il fondo strutturale con cui l’Europa e le Regioni investono sulle competenze delle persone per sostenere l’occupazione e la competitività dei territori. La nuova programmazione è stata presentata oggi al Comitato di Sorveglianza, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma operativo regionale, presieduto dall’assessore regionale Patrizio Bianchi e composto da Cinzia Masina della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e inclusione della Commissione Europea, da Gianna Donati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale Politiche Attive e Passive del Lavoro e da Stefano Mangogna del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ispettorato Generale per i Rapporti Finanziari con l’Unione Europea (IGRUE) e dalle rappresentanze del partenariato istituzionale e sociale.
Le risorse a disposizione dell’Emilia-Romagna per i prossimi sette anni ammontano a 786 milioni di euro dicui 275,2 milioni di risorse nazionali e 117,9 milioni di euro di risorse regionali.
“Speriamo in una approvazione in tempi rapidi del nostro Programma operativo, per dare continuità ai nostri progetti già nel 2014 – ha detto in conferenza stampa l’assessore Patrizio Bianchi – L’Emilia-Romagna ha già utilizzato le risorse a sua disposizione per il periodo precedente, anche quelle aggiuntive ricevute per fare fronte alla emergenza del terremoto. Anche nel prossimo periodo punteremo soprattutto sulle competenze delle persone, perchè crediamo questa sia la leva per entrare e permanere nel mercato del lavoro”.
Apprezzamento per l’utilizzo delle risorse da parte dell’Emilia-Romagna è stato espresso da Cinzia Masina della Commissione Europea. “Siamo rimasti colpiti per come sono state impiegate le risorse devolute dalle Regioni per i territori colpiti dal sisma – ha detto Masina – Si è ripensata la logica dell’intervento, e si è cercato di trasformare in una opportunità anche la catastrofe”.
Con l’obiettivo di uscire dalla crisi che ha coinvolto il Paese dal 2008 e costruire una crescita e uno sviluppo della società regionale sostenibili e fondati sui diritti di tutti i cittadini, la Regione ha delineato la propria strategia di programmazione Fse a partire dal sistema “ER Educazione Ricerca Emilia-Romagna”, l’infrastruttura formativa regionale fondata su specializzazione e complementarietà, sull’integrazione dei soggetti formativi e sulla collaborazione con le imprese e sulla in sinergia di interventi e risorse per accompagnare le persone nelle transizioni tra la formazione e il lavoro e tra un lavoro e l’altro.
Due gli obiettivi a cui l’infrastruttura educativa regionale risponde. Il primo è garantire a tutti i cittadini pari diritti di acquisire conoscenze e competenze ampie e innovative e di crescere e lavorare esprimendo al meglio potenzialità, intelligenza, creatività e talento. Secondo obiettivo, profondamente connesso al primo, è generare condizioni di più stretta relazione fra offerta formativa e fabbisogni di crescita e qualificazione del capitale umano.

La Regione Emilia-Romagna intende affrontare il periodo di programmazione 2014-2020 del Fse continuando a svolgere un ruolo di primo piano in Italia e in Europa rispetto alla gestione dei fondi comunitari e cogliendo le sfide e gli obiettivi di Europa 2020.
La strategia delineata nella proposta di Programma operativo è stata elaborata attraverso un percorso di confronto tra istituzioni e di concertazione con le parti sociali, in coerenza con quanto evidenziato nel quadro di contesto e nelle linee di indirizzo per la Programmazione comunitaria 2014-2020 e con il Documento strategico regionale dell’Emilia-Romagna per la programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020.

I risultati del Por 2007-2013
Accanto alla nuova programmazione oggi al Comitato di Sorveglianza sono stati presentati i risultati ottenuti dall’Emilia-Romagna nel periodo dal 2007 al 2013. Il contributo ricevuto, pari a 847 milioni di euro (di cui 40 milioni nel 2013 quale contributo di solidarietà da parte delle altre Regioni italiane per le zone colpite dal terremoto del 2012) alla data del 31 maggio 2014 è stato impegnato per il 108,38% e pagato per l’83,07%. Sempre al 31 maggio 2014 sono complessivamente quasi 32 mila i progetti approvati che coinvolgono 381 mila persone.
Con i dati sopra indicati la Regione si conferma come una delle Regioni più efficienti nell’utilizzo delle risorse e nella capacità di dare risposte tempestive e qualificate alla domanda delle persone, delle imprese e dei territori. Un capace utilizzo del Fondo sociale europeo è leva fondamentale per realizzare politiche per uno sviluppo innovativo, coeso e sostenibile dei territori.
Le potenzialità del Fse, anche in situazioni straordinarie, sono state dimostrate in occasione del terremoto che ha colpito l’Emilia nel maggio 2012. Si è trattato di un programma di intervento complesso, risultato di un processo di confronto con le parti sociali e con le istituzioni, che si è posto l’obiettivo di costruire e trasferire conoscenze e competenze nuove e innovative per accompagnare il territorio, le persone e le imprese in un percorso di ricostruzione e ripresa e cogliere nuove sfide sociali ed economiche.
Complessivamente sono oltre 25 mila le persone che hanno partecipato agli oltre 700 progetti finanziati.

Programmazione 2014-2020
Nell’ambito della prossima programmazione Fse la Regione intende agire su più fronti. In primo luogo punterà a qualificare il sistema formativo regionale, nelle sue diverse componenti (istruzione, istruzione e formazione professionale, formazione terziaria non universitaria, alta formazione, formazione e formazione in apprendistato) per favorire l’inserimento, il reinserimento e una permanenza qualificata delle persone e rafforzare e innovare i percorsi formativi di raccordo tra il sistema educativo e il mondo del lavoro e tra un lavoro e l’altro – con particolare attenzioni ai tirocini. L’emergenza occupazionale sarà affrontata in modo mirato, attraverso misure complesse di intervento per il lavoro che accompagnino e supportino i processi di ristrutturazione e riposizionamento strategico di singole imprese o di comparti/filiere produttive con azioni di consolidamento delle competenze per la permanenza nel posto di lavoro e per l’eventuale ricollocazione dei lavoratori che rischiano di essere espulsi dal mercato del lavoro o che già hanno perso un’occupazione.
La Regione intende inoltre sostenere gli interventi complessi per corrispondere ai fabbisogni di competenze necessari all’innovazione e alla qualificazione della base produttiva, oltre che riorganizzare i centri per l’impiego in servizi in rete per il lavoro per le persone e per le imprese, accessibili anche attraverso le tecnologie digitali, per qualificarne l’offerta e razionalizzarne il disegno unitario.
Un altro obiettivo è quello di aprire il sistema educativo e formativo ad una dimensione internazionale, mentre per quanto riguarda l’inclusione sociale delle persone in condizione di svantaggio, si darà razionalità e unitarietà agli interventi, per contrastare la marginalità e l’esclusione sociale.
Principi orizzontali a tutta la programmazione saranno lo sviluppo sostenibile, le pari opportunità e la non discriminazione, la parità tra uomini e donne.

In allegato: il quadro di sintesi degli interventi progettati per il periodo 2014-2020. La documentazione relativa alla Por 2007-2013 e 2014-2020 è reperibile on line all’indirizzo: http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/sito-fse/programma-operativo-regionale-2007-2013/comitato-di-sorveglianza/allegati/comitato-giugno-2014/rae-2013

tabel

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it