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Da Ufficio stampa

Al via i corsi della Rete politecnica, oltre 100 opportunità formative per 2mila potenziali destinatari. L’assessore Patrizio Bianchi: “Una pluralità di proposte formative fondate sulla valorizzazione della cultura professionale, tecnica, tecnologica e scientifica”
Un sistema di corsi per formare i tecnici di cui le imprese dell’Emilia-Romagna hanno bisogno per crescere e innovare finanziato dalla Regione con 12 milioni di euro del Fondo sociale europeo ecofinanziata dal Ministero dell’Istruzione con 1 milione e 500mila euro
Bologna – Oltre 100 opportunità formative a cui potranno partecipare più di 2mila persone in Emilia-Romagna: 19 corsi ITS, strutturati su una durata pari a due anni e realizzati degli Istituti Tecnici Superiori, 49 corsi IFTS, che prevedono un anno di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, e 36 percorsi più brevi di formazione superiore. Un sistema articolato di corsi per formare i tecnici di cui le imprese dell’Emilia-Romagna hanno bisogno per crescere e innovare. E’ la Rete politecnica, finanziata dalla Regione con oltre 12 milioni di euro del Fondo sociale europeo ecofinanziata dal Ministero dell’Istruzione con 1 milione e 500mila euro, costruita in collaborazione tra enti di formazione, scuole, università e le stesse imprese per fornire ai giovani competenze tecniche e tecnologiche attraverso lezioni in aula, laboratori e stage.
“Obiettivo della Rete è offrire una pluralità di proposte formative fondate sulla valorizzazione della cultura professionale, tecnica, tecnologica e scientifica ed è una risposta concreta alle richieste delle imprese di avere personale tecnico qualificato – spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Patrizio Bianchi- Caratteristica dei percorsi è l’integrazione tra i diversi soggetti formativi impegnati a collaborare sulla base delle proprie esperienze e competenze alla progettazione e alla realizzazione delle attività, con una forte integrazione tra formazione in aula, realizzata prevalentemente da esperti provenienti dal mondo del lavoro, ed esperienze di stage in azienda. Si tratta di corsi fatti con le imprese e dentro alle imprese, e i ragazzi che li frequentano riescono an inserirsi più facilmente nel mondo del lavoro”.
La Rete politecnica è costituita dai percorsi realizzati dagli Istituti tecnici superiori (Its), dai percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) e dai corsi di Formazione superiore. La Rete Politecnica costituisce uno dei quattro segmenti di ER educazione e Ricerca Emilia-Romagna, l’infrastruttura regionale che offre alle persone e alle imprese opportunità per acquisire conoscenze e competenze orientate alla specializzazione, all’internazionalizzazione e all’innovazione al fine di rafforzare, attraverso la qualificazione dei singoli, la competitività dei territori.

Istituti Tecnici Superiori (Its)
C’è tempo fino al prossimo 6 ottobre per iscriversi ai 19 i percorsi biennali che le 7 Fondazioni ITS (Istituti tecnici superiori) avvieranno nell’anno formativo 2017-18. Una formazione post diploma non universitaria, che risponde ai fabbisogni di innovazione e specializzazione delle imprese dell’Emilia-Romagna, progettata e realizzata dalle Fondazioni di cui fanno parte imprese, università, enti di ricerca, istituti scolastici, enti di formazione professionali ed enti locali.
I corsi realizzati dagli Istituti tecnici superiori durano 2 anni e si articolano in 4 semestri, per una durata complessiva di 2.000 ore. Potranno iscriversi complessivamente 392 persone per conseguire il diploma di tecnico superiore.
Tra i docenti degli Its vi è una presenza significativa di professionisti provenienti dal mondo del lavoro e, nel corso del biennio, gli studenti hanno l’opportunità di fare una esperienza formativa all’interno di imprese anche di imprese con sede all’estero. I percorsi si rivolgono a giovani e adulti in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore (il numero minimo previsto è di 20 partecipanti per ogni percorso) e, per iscriversi, è necessario sostenere e superare una prova di accesso. La partecipazione prevede solo una quota di iscrizione di 200 euro, in quanto gli ITS sono finanziati con fondi pubblici, sia nazionali che del Fondo sociale europeo.
A conclusione del percorso, a seguito di una verifica finale, si consegue il diploma di Tecnico superiore valido a livello nazionale, con l’indicazione dell’area tecnologica e della figura nazionale di riferimento, che consente l’accesso ai concorsi pubblici e alle università con il riconoscimento di crediti formativi universitari. I giovani potranno frequentare i percorsi e conseguire il diploma di tecnico superiore anche in apprendistato.
elenco dei percorsi ITS attivati provincia per provincia

Istruzione e Formazione Tecnica e Superiore (Ifts)
Per il 2017/2018 la Regione ha approvato 49 percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) in tutto il territorio regionale.
I percorsi sono gratuiti, durano 800 ore e rilasciano al termine un certificato di specializzazione tecnica superiore valido a livello nazionale. I percorsi partiranno entro novembre 2017.
I giovani potranno frequentare i percorsi e conseguire il certificato specializzazione tecnica superiore anche in apprendistato. Anche in questo caso, per iscriversi, è necessario sostenere e superare una prova di accesso.
elenco dei percorsi IFTS programmati provincia per provincia

 

Corsi di Formazione superiore
Per il 2017/18 la Regione ha approvato 36 percorsi di formazione superiore in tutto il territorio regionale. I percorsi, finanziati con risorse del Fondo sociale europeo, sono gratuiti. Durano dalle 300 alle 600 ore e rilasciano al termine un certificato di competenze o una qualifica regionale di Tecnico esperto nella gestione aziendale, Tecnico esperto nella gestione di progetti e Tecnico esperto nella gestione di servizi.Anche in questo caso, per iscriversi, è necessario sostenere e superare una prova di accesso.
elenco dei percorsi FS attivati provincia per provincia

 

 

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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