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Da: Regione Emilia Romagna

Frana di Gaggio Montano. Inaugura nel bolognese la ‘Porrettana vecchia’. Lavori finanziati dalla Regione con 500mila euro per il cantiere e l’assistenza alla popolazione sfollata

L’assessore Gazzolo: “Emergenza gestita al meglio con un grande lavoro di squadra. Nelle prossime ore la richiesta al governo di ulteriori 8 milioni 600 mila euro per continuare gli interventi di messa in sicurezza in tutti i territori colpiti dal maltempo di inizio anno”

Bologna – Taglio del nastro, questa mattina a Gaggio Montano, nel bolognese, per i lavori di ripristino che hanno interessato la strada comunale di Marano, la cosiddetta ‘Porrettana Vecchia’ (ex SS64). Le opere, finanziate dalla Regione con circa mezzo milione di euro, si sono rese necessarie dopo l’imponente frana che lo scorso marzo ha bloccato la viabilità nei pressi della località Maranina.
“Da subito la Regione ha stanziato le risorse per garantire l’assistenza alla popolazione sfollata, in tutto otto famiglie, perché le persone vengono prima di tutto-afferma l’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo-. Ha inoltre messo a disposizione immediatamente i fondi per la prima fase di interventi di somma urgenza necessari a ripristinare la circolazione in sicurezza. Il mio ringraziamento va a tutti gli enti e al volontariato di protezione civile: la grande azione di squadra messa in campo ha permesso di gestire al meglio l’emergenza, con il contributo di tutti, dando davvero prova dell’importanza di fare sistema”.

Le opere svolte sono state presentate nel corso del convegno “La protezione civile in Appennino: quale capacità di risposta agli scenari di rischio locali?”, promosso dall’Associazione Fulvio Ciancabilla in collaborazione con il Comune di Gaggio Montano, rappresentato dal sindaco Maria Elisabetta Tanari, dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese e dall’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna.

“Ora- conclude l’assessore- vogliamo andare avanti. Nelle prossime ore il presidente Bonaccini firmerà la richiesta al governo di un nuovo finanziamento di 8 milioni 600 mila euro per proseguire con la messa in sicurezza del territorio dopo il maltempo di febbraio e marzo: lo prevedono le regole del nuovo codice di Protezione civile e lo abbiamo condiviso con il Dipartimento nazionale”.

Gli interventi svolti e quelli futuri

Si sono tutti conclusi i cinque cantieri finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per la messa in sicurezza della frana di Marano e il ripristino della circolazione lungo la strada comunale. In tutto, sono stati investiti quasi 500 mila euro: 340mila e 560 euro per intervenire direttamente sul dissesto; 48mila 300 per la sistemazione delle scarpate, propedeutica al ripristino degli accessi e della percorribilità della strada; 50 mila per la sistemazione della viabilità comunale; 50 mila per il ripristino di accessi privati.

Nella nuova richiesta di finanziamenti che sarà trasmessa al governo, sono compresi anche tre ulteriori interventi per la frana di Gaggio, per un importo di 1 milione 900 mila euro. La quota maggiore (1.200.000 euro) riguarda la sistemazione del movimento franoso; con 580.000 euro si prevede il definitivo ripristino della sezione del fiume Reno e con 115 mila il completamento delle opere sulla viabilità comunale.

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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