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Da: Arcil Ferrara

Riceviamo copia di un’interpellanza presentata il 15 luglio al Sindaco di Ferrara, da parte del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia a firma del capogruppo Federico Soffritti, che intendiamo, col presente comunicato, condannare duramente a tutela della libertà e autodeterminazione di tutte le cittadine e cittadini di Ferrara.
Il firmatario prende a pretesto una vicenda di cronaca, i fatti di Bibbiano, onde strumentalizzarla per far emergere – a dispetto di ogni verità – un presunto nesso con le persone LGBT. A tal fine vogliamo solo ricordare che i fatti di Bibbiano vedono coinvolte numerose famiglie affidatarie e per tutte vigeva un modus operandi ora sotto giudizio dei magistrati, a prescindere dalla condizione personale o dall’orientamento sessuale dei soggetti affidatari. Ricordiamo che UN SOLO nucleo di questi risulterebbe formato da una coppia same sex.
Si adombra l’esistenza di un sistema nefasto plasmato sulle pretese della fantomatica lobby gay. Si perdono di vista le vere criticità dettate, nel caso l’accertamento giudiziario lo confermasse , da interessi economici e abusi di potere , non di certo dall’orientamento sessuale di chi è coinvolto. Il “discutibile movente ideologico di stampo LGBT” cui allude il firmatario si rivela, pertanto, fasullo, pretestuoso ed ingannevole!
La conseguente richiesta, rivolta al Sindaco, di contare quanti bambini sarebbero stati affidati a coppie same sex a Ferrara (ovviamente si tratta di una mera provocazione poiché esula dai poteri istituzionali del sindaco) si rivela, pertanto, altrettanto inutile, pretestuosa e discriminatoria.
Trattasi di una forma di discriminazione tesa ad affermare che le persone omosessuali o single non siano in grado di assolvere funzioni genitoriali e possano essere quindi soggetti affidatari ( il tutto in nome di una unica concezione di ciò che è famiglia) talmente grave da offendere tutti i cittadini e le cittadine e che, ci auguriamo, non trovi alcun riscontro da parte del Sindaco e della Giunta di questa città.
Nel contempo invitiamo il Gruppo Consiliare suddetto a occuparsi dei problemi che veramente interessano i cittadini di questa città, a non cercare facili ribalte utilizzando costruzioni ideologiche o a marciare pretestuosamente su tristi vicende dove la magistratura farà il suo corso.

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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