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da: Associazione Culturale Balamòs

Prosegue anche quest’anno la collaborazione di Balamòs Teatro con la Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito del progetto teatrale “Passi Sospesi” attivo negli Istituti Penitenziari di Venezia dal 2006.
La collaborazione con la Mostra di Venezia ha avuto inizio nel 2008 con la presentazione dei documentari di Marco Valentini relativi alle attività teatrali svolte sotto la direzione di Michalis Traitsis, regista e pedagogo di Balamòs Teatro.
Da allora ogni anno Traitsis invita un regista o un attore ospite della Mostra per un incontro con i detenuti e le detenute degli Istituti Penitenziari veneziani, preceduti dalla presentazione dei film più rappresentativi dei registi o attori invitati.
In questi ultimi anni hanno visitato le carceri veneziani Abdellatif Kechiche, Fatih Akin, Mira Nair, Gianni Amelio e Antonio Albanese. Quest’anno visiterà la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca il regista Gabriele Salvatores, ospite della Mostra di Venezia con il film “Italy in a day – Un giorno da italiani” prodotto da Indiana Production con Rai Cinema in associazione con Scott Free. L’incontro è previsto per Giovedì 4 Settembre alle ore 16.00 ed è riservato agli autorizzati.

Gabriele Salvatores è nato a Napoli nel 1950 ma si è trasferito giovanissimo a Milano dove si è diplomato al Liceo Beccaria. La sua formazione è avvenuta in ambito teatrale, prima all’Accademia d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro e in seguito nel 1972 ha fondato il Teatro dell’Elfo, dove ha diretto molti spettacoli d’avanguardia, lavorando insieme tra gli altri anche con Paolo Rossi, Claudio Bisio, Silvio Orlando.
La sua avventura cinematografica ebbe inizio timidamente nel 1983 con i film “Sogno di una notte d’estate” e in seguito “Kamikazen – Ultima notte a Milano” e nel 1989 è passato definitivamente al cinema con il film “Marrakech Express”.
L’anno successivo ha girato “Turné”, ma il grande successo è arrivato subito dopo con il film “Mediterraneo”, con il quale si è aggiudicato l’Oscar per il miglior film straniero e numerosissimi altri riconoscimenti.
In seguito ha diretto tanti altri film come “Puerto Escondido”, “Sud”, “Nirvana”, “Denti”, “Amnésia”, “Io non ho paura”, “Quo vadis, Baby?”, “Come Dio comanda”, “Happy Family” “Educazione siberiana”, video clip, ha collaborato con attori come Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Sergio Rubini, Francesca Neri, Paolo Villaggio, Christopher Lambert, Ugo Conti ecc, con scrittori come Pino Cacucci, Nicolò Ammaniti, Grazia Verasani, Nicolai Lilin, e musicisti come Fabrizio De André, Angela Baraldi.

La collaborazione di Balamòs Teatro con gli Istituti Penitenziari di Venezia e la Mostra del Cinema ha come obiettivo quello di ampliare, intensificare e diffondere la cultura dentro e fuori gli Istituti Penitenziari ed è inserita all’interno di una rete di collaborazioni che comprende anche il Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere, il Teatro Stabile del Veneto, il Centro Teatro Universitario di Ferrara e la Regione del Veneto.
Per il progetto teatrale “Passi Sospesi”, Michalis Traitsis ha ricevuto nell’Aprile del 2013 l’encomio da parte della Presidenza della Repubblica e nel Novembre del 2013 il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

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Riceviamo e pubblichiamo


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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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