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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore: “L’emendamento approvato mette la parola fine alla vicenda. Fondamentale il contributo di Regione, istituzioni del territorio, comitati locali”

“Quest’emendamento – concordato con noi, le istituzioni del territorio e i comitati locali – mette definitivamente la parola ‘fine’ a qualsiasi ulteriore volontà di un qualunque soggetto a ripresentare il progetto in un’area già duramente colpita dal terremoto. Un’area che necessita di serenità, rispetto, attenzione”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi ha commentato l’approvazione da parte della Commissione ambiente del Senato dell’emendamento (presentato dal relatore del provvedimento, il senatore Pd Stefano Vaccari) al Collegato Ambiente che dice un no definitivo al progetto di deposito interrato di gas a Rivara, nel modenese. Su Rivara, prosegue l’assessore, “la Regione ha detto di ‘no’ sulla base del principio di precauzione, a partire dagli esiti di indagini svolte da persone scientificamente e tecnicamente preparate”. L’ha fatto, dunque, “non in maniera aprioristica, ma mettendo in campo, in questi lunghi anni, tutti gli strumenti volti a valutare seriamente il progetto e le sue ricadute. Ben prima del sisma del 2012”. “All’interno di questo lungo percorso – aggiunge Costi – voglio sottolineare la serietà mostrata dalla Regione e da tutta la filiera istituzionale: parlamentari, Provincia di Modena, Unione area nord e Comuni, a partire da San Felice. Un atteggiamento costruttivo, che ha contribuito al raggiungimento di quest’importantissimo risultato, auspicato dai cittadini e dai loro comitati, con cui abbiamo lavorato”.
L’assessore Costi ricorda come la Regione “abbia sempre avuto un atteggiamento razionale. Il nostro parere contrario è stato ribadito e argomentato sulla base di evidenze scientifiche e tecniche. L’abbiamo fatto usando gli strumenti che la Regione possiede: formulando il nostro parere negativo nell’ambito della procedura di VIA ministeriale e, con un atto successivo, esprimendo il diniego in merito all’Intesa sull’istanza di accertamento preliminare avanzata dalla società Rivara gas Storage Srl presso il Ministero dello Sviluppo Economico”.
A quest’atto della Regione, è seguito nell’aprile 2013 il decreto di rigetto dell’istanza di concessione di stoccaggio iniziale da parte del MISE; nel febbraio del 2014 il Ministero dell’Ambiente ha archiviato il procedimento di VIA sempre relativo allo stoccaggio di gas a Rivara. Rimane pendente un ricorso al Tar da parte della società, “su cui Regione e Ministero – conclude Costi – faranno la loro parte fino in fondo. Ma si tratta di un ricorso ormai inutile, perché l’emendamento approvato impedirà qualsiasi possibilità di riproporre il progetto”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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