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I loro sguardi pieni di gioia e ancora avidi di imparare, a fine giornata, ne sono la conferma. Il gioco può essere lo strumento basilare di qualsiasi apprendimento, a scuola come a casa, in oratorio come al museo. Giocare la cultura non vuol dire sminuirla, ma caricarla di significato e senso agli occhi di chi ancora sta crescendo.

Eppure, sono bastate solo due ore, al Gruppo Archeologico Ferrarese, per far respirare il fascino dei reperti superstiti, e l’amore per il nostro passato, alle numerose bambine e bambini giunti apposta con i loro genitori. Domenica 13 ottobre, in tutta Italia, si è svolta F@Mu 2019, la settima edizione della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Un evento ideato dal portale Internet Kids Art Tourism, che da anni si rivolge alle famiglie di tutto il mondo desiderose di visitare le città d’arte nostrane senza lasciare a casa figlie e figli, ma anche a chi abita in queste città sempre più attente nell’offerta rivolta a piccine e piccini. E’ oggi il più grande e importante momento culturale dedicato alle famiglie nel nostro Paese, e quest’anno il tema è stato ‘C’era una volta al Museo’. Di volta in volta, infatti, ci si concentra su aspetti diversi che possano offrire delle visioni insolite alle ricchezze dei musei. L’arte di raccontare storie è stata vissuta in questa giornata speciale al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, dal titolo ‘Museo, raccontami una storia’. Le sale, riempite di vita e passione, hanno ascoltato i mitici racconti che i preziosi reperti dell’etrusca Spina, chiamata “la greca” per l’abbondanza di gente greca che la rendeva il punto di congiunzione tra Oriente e Occidente, ancora oggi sono in grado di narrarci. Tutta l’Iliade può essere ripercorsa grazie ai vasi attici istoriati dagli abili ceramografi, ma molti altri episodi sono raffigurati su quelle che erano le opere d’arte più eccelse del tempo, custodite dalla terra insieme a coloro che in vita le avevano possedute. Come se ai nostri giorni le persone più fortunate si facessero seppellire con un Michelangelo! Una vicenda in particolare, però, ha catturato l’attenzione delle giovani archeologhe e archeologi: le imprese dell’eroe Teseo contro il terribile Minotauro sono rappresentate sulla coppa attica a figure rosse più grande al mondo, non funzionale alla degustazione di vino, quanto all’esibizione delle proprie possibilità economiche. Una storia ascoltata, immaginata, ma anche giocata al termine della visita. Il Salone delle Carte Geografiche ha fatto da scenografia al divertente laboratorio didattico, dove senza distinzione di età sono stati realizzati piccoli e grandi capolavori sul tema della giornata, raccolti in una apposita cartella personale, consegnata a ogni partecipante, e destinata a contenere i lavori che anche nei prossimi eventi verranno realizzati, per culminare finalmente in una inedita esposizione nello stesso museo. ‘I miti del mio Museo Archeologico’ è la scritta che trionfa sulla copertina, e per le bambine e i bambini che si sono sporcati le mani è un trionfo davvero. Hanno giocato tanto nel loro museo, e si sono pure divertiti.

Di fronte a un tale successo, anche la merenda conclusiva, offerta da Coop Alleanza 3.0 – la più grande cooperativa italiana di consumatrici e consumatori – , è passata in secondo piano. Un po’ d’acqua, qualche biscotto, e poi subito a giocare nella sala interattiva, tra schermi touch screen e telecamere smart!

 

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
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Ivan Fiorillo

“Lo Scettico”: un divulgatore non convenzionale alla ricerca della verità.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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