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Da organizzatori

In occasione della Giornata Mondiale dell’Epilessia che ricorre lunedì 12 febbraio, l’Associazione Epilessia Emilia Romagna (AEER), con il patrocinio del Comune di Ferrara, dalle 18 illuminerà il monumento del Savonarola di viola, il colore dell’epilessia, proprio per fare uscire dall’ombra dei pregiudizi questa malattia e le persone che spesso la vivono in solitudine. I volontari della Sezione ferrarese dell’AEER, insieme a medici neurologi, saranno presenti nei banchetti informativi che si terranno durante la giornata dalle 9 alle 13 presso gli Ospedali di Cona (ingresso 2) e del Delta e, a partire dalle 16, anche in Piazza Savonarola.

L’epilessia è una malattia neurologica cronica tra le più diffuse nel mondo, ma è anche la più invisibile, conosciuta poco e male, a volte perfino da chi ne soffre, ossia oltre l’1% della popolazione mondiale. Secondo le ultime stime in Emilia Romagna ci sono circa 22.000 persone con epilessia e sono attesi ogni anno dai 1100 ai 2100 nuovi casi. La malattia si presenta con crisi epilettiche improvvise che si manifestano in varie forme e livelli di gravità in qualunque periodo della vita, più frequentemente in età infantile (60% dei casi) e anziana.

“Con questa iniziativa vogliamo offrire un’occasione per fare consapevolezza sull’epilessia e avvicinarsi alla nostra associazione, che è presente da oltre un anno a Ferrara con un gruppo di circa 20 volontari”, dice Tarcisio Levorato, presidente dell’AEER. “Il nostro obiettivo principale è divulgare una corretta informazione e combattere le discriminazioni, favorendo un adeguato accesso all’assistenza socio-sanitaria e all’inclusione scolastica e lavorativa. Siamo presenti ogni mercoledì dalle 9 alle 13 con un punto informativo presso l’ambulatorio per l’epilessia dell’Ospedale di Cona e, su appuntamento, anche ad Agire Sociale in via Ravenna 52, dove si tiene il gruppo di auto mutuo aiuto supportato da una psicologa”. Contatti: info@associazioneepilessia.it – 366.7366949

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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