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da: Ccdu – Tutela minori

A dispetto della Convenzione di New York il tribunale ha deciso di costringere la ragazza ad andare a Roma. CCDU: basta a psichiatria e psicologia nelle aule di giustizia

Ferrara. Il tribunale autorizza il servizio Socio Assistenziale […] ad eseguire coattivamente il presente decreto avvalendosi del personale specializzato della Questura di Roma, Servizio Minori. Questa la decisione della Presidente del Tribunale di Roma dott.ssa Franca Mangano riunita in sede collegiale con il dott. Vittorio Contento e la dott.ssa Monica Velletti.
Si è deciso quindi di ricorrere alla forza e di rifiutare la richiesta della ragazza di restare a vivere con la madre e di frequentare la scuola a Milano o eventualmente a Ferrara come richiesto dalla ragazza alla tutrice. Secondo il decreto l’allontanamento dalla famiglia e la collocazione a Roma è stato deciso in considerazione delle due CTU, in particolare dell’ultima, nella quale la “relazione tra madre e figlia è stata ritenuta disfunzionale”. Sempre in merito alla richiesta della ragazza, il tribunale non scrive esplicitamente che le sue parole non sono affidabili ma parla della “presenza di un legame madre figlia fonte di un potenziale rischio per la ragazza e frutto di condizionamenti materni”. Ricordiamo che la minore ha chiesto di essere sentita direttamente dal giudice e che tale richiesta non è stata accolta.
«È inammissibile che la volontà di una minore venga ritenuta inaffidabile sulla base di valutazioni soggettive psicologiche/psichiatriche. Nel recente convegno “Effetti del coinvolgimento strumentale dei figli nella separazione dei genitori” tenutosi a Trento il 9 ottobre 2015, un avvocato ha sostenuto che “spesso si sa in anticipo quale sarà la conclusione del CTU, certi professionisti danno sempre ragione una parte e altri danno sempre ragione all’altra”, sollevando l’approvazione di molti degli avvocati e dei professionisti in sala. I relatori hanno ammesso che spesso questo succede criticando la professionalità di certi consulenti, ma in realtà il problema risiede nella discrezionalità e “facile strumentalizzazione” di discipline come la psicologia e la psichiatria. Nonostante la scarsa affidabilità delle perizie, i giudici sono purtroppo appiattiti su tali valutazioni. Queste discipline non dovrebbero essere ammesse nelle aule di giustizia per evitare i drammi e gli “errori” commessi sui minori che abbiamo riscontrato e continuiamo a riscontrare in questi anni. Nel caso di specie la ragazza, fino a poco tempo fa ballerina di livello internazionale e ottima studentessa, viene ora implicitamente ritenuta mentalmente instabile, tanto da richiederne il collocamento in una struttura specializzata. Lanciamo un appello a tutta la società civile perché si mobiliti contro questa decisione, in particolare agli artisti che, come denunciamo nella nostra mostra sulla psichiatria, sono le prime vittime della psichiatria. Ricordiamo ad esempio, Ernest Hemingway, Marylin Monroe, Whitney Houston e molti altri. Sabato 21 novembre alle ore 11, in Piazza del Municipio a Ferrara, terremo una manifestazione a favore di questa piccola ballerina e contro le perizie psichiatriche nei tribunali. Invitiamo tutta la popolazione e in particolare il Sindaco di Ferrara.»
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Per informazioni 338 7185032

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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