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da: organizzatori

Riparte anche quest’anno dal 23 luglio la Rassegna Musicale Rock Circus a San Bartolomeo in Bosco. Giovedi 24 luglio 2014 alle 21.30 si esibirà Leonardo Veronesi con la sua band, e presenterà brani tratti dal suo ultimo album “L’Anarchia della Ragione” unitamente a brani dei precedenti album e a cover selezionate. Leonardo Veronesi con 3 album all’attivo, Uno, Domandario, L’Anarchia della Ragione, ha nel suo curriculum diverse collaborazioni prestigiose come autore. Continua la promozione del suo ultimo album uscito per l’etichetta Jaywork con un tour partito lo scorso ottobre che ha riscosso molto successo attraverso le “Cantacchierate” una formula per presentare i suoi brani in modo coinvolgente per il pubblico raccontando anneddoti relativi ai brani stessi per interagire in modo più diretto. ” L’ anarchia della ragione” vuole essere una sintesi dei lavori precedenti ma è forse quello che maggiormente lo rappresenta. Alla base del progetto c’è il tentativo di ricercare un linguaggio nuovo ed uno stile più personale, fondendo elementi del linguaggio poetico, tecnico e giornalistico. C’è un avvicinamento ad aspetti più emozionali ed infine la volontà di allontanarsi dal rock esterofilo e di concentrarsi più sulle radici musicali nazionali. Gli arrangiamenti cercano di essere raffinati senza far perdere l’immediatezza delle musiche. Un disco che fa pensare e divertire allo stesso tempo.
Leonardo Veronesi nei primi anni novanta ha frequentato il White Studio di Ferrara di Davide Romani, bassista in quegli anni molto noto anche come strumentista e arrangiatore. Grazie a Romani ed in particolare ad Alfredo Soriani che lo seguirà come produttore per alcuni anni, conosce Adriano Celentano per il quale Romani ha realizzato un paio di album e collabora come assistente. L’incontro con Celentano e il periodo formativo al White Studio sono stati determinanti.
Nel frattempo inizia una lunga gavetta come cantante di diverse cover band come i Sanepitemo, Codice Rosso, Kamasutra con cui ha girato l’Italia esibendosi nei locali.
A fine anni 90 attraverso il produttore Roberto Casini esce il suo primo singolo IO CI STO per la Polygram, la sigla televisiva (altro singolo) per Match Music NIENTE SESSO e una canzone per un gruppo emergente Rimini Nord dal titolo NOSTALGIA DI TE.
La sua versatilità lo porta a spaziare in vari campi. Contemporaneamente alla sua attività di autore alterna esibizioni live alla composizione di brani anche per altri artisti. Ha prodotto e scritto insieme a Paolo Martorana un disco per il mimo Mr. Lui che lavora con Fiorello; ha scritto 4 brani del cd di esordio di Frenk Nelli compreso il singolo FORSE e un brano ALLORA VIA singolo di esordio di Simone Sulis. Si è cimentato in sigle di trasmissioni televisive. Ha partecipato al 53° Zecchino d’oro come autore con il brano I Suoni delle Cose, ed è arrivato al terzo posto al 55° Zecchino d’Oro con il brano Il Blues del Manichino del quale è stata registrata anche la versione spagnola interpretata da Carmen Aranda che sta avendo molto successo in Spagna. Attualmente ha scritto tre brani per il nuovo album di Frenk Nelli (Mi lavo, Il nostro amore, Non c’entra niente che da il titolo all’album) e il singolo Quel che non c’era per War – k. I musicisti che accompagneranno Leonardo Veronesi a Rock Circus sono di ottimo livello e con alle spalle
anche loro prestigiose collaborazioni: Stefano Peretto alla batteria, Valentino Fuschini alla chitarra, Beppe di Marco al basso, Paolo Martorana alle tastiere e
programmazioni.
Saranno ospiti anche Frenk Nelli e War-k. Saranno proiettati anche video clip tra i più significativi del suo percorso artistico e in anteprima il video del brano IL PORTACENERE.
Appuntamento da non perdere quindi per trascorrere qualche ora serena in compagnia di ottima musica!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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