Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Giuseppe Verdi, Riccardo Muti e il Falstaff al teatro Alighieri per Ravenna Festival: sarà questo appuntamento che annuncia la presenza dell’Emilia-Romagna all’Expo di Milano.
Si tratta dell’unica opera che il Maestro Muti dirigerà quest’anno in Italia, la punta di diamante dell’offerta culturale che la Regione propone, nel proprio territorio, per il pubblico internazionale della rassegna milanese.
Il capolavoro, che chiude l’intera parabola creativa di Verdi, sarà presentato (tre recite al Teatro Alighieri 23, 25 e 26 luglio) nell’allestimento ideato da Cristina Mazzavillani che ambienta l’opera nei luoghi verdiani: la casa natale delle Roncole, il teatro di Busseto, villa Sant’Agata con la sua facciata ‘giallo Parma’ ed il suo grande parco.
Sul podio, a dirigere l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, ci sarà il suo fondatore Riccardo Muti.
L’iniziativa realizzata dal Ravenna Festival, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, è stata presentata questa mattina nella sede della Regione dal presidente Stefano Bonaccini e dagli assessori Massimo Mezzetti e Andrea Corsini alla presenza del Maestro Riccardo Muti.

Il presidente Stefano Bonaccini ha sottolineato il forte investimento della Regione nel settore culturale (10 milioni in più quest’anno rispetto all’anno passato) e l’intenzione di triplicare le risorse nell’ambito della legislatura, con l’obiettivo di investire nella conoscenza, nei saperi, nelle arti, dalla musica, al teatro e al cinema, fino ad arrivare al turismo culturale, con l’auspicio che questo possa portare alla creazione di nuovi posti di lavoro”.
“L’orchestra Cherubini – ha detto – è un’esperienza straordinaria, che riguarda i giovani, e che sarà valorizzata dalla Regione.”
“Volevamo dare un segno ad Expo, non solo in merito alle nostre eccellenze in ambito produttivo, ma anche in ambito culturale – ha precisato il Presidente – e questo Falstaff, realizzato da giovani musicisti e diretto dal Maestro Muti, ne è la migliore testimonianza”.
Il Presidente, ha ringraziato Muti per “ciò che ha fatto, sta facendo e farà per le nuove generazioni” e ricordando il terremoto che ha colpito l’Emilia il 29 maggio di tre anni fa, ha espresso riconoscenza per il concerto che allora Maestro realizzò a Mirandola, auspicando che possa unirsi alla Regione nella commemorazione per il prossimo anno. Il presidente Bonaccini ha infine consegnato al Maestro Muti una targa di ringraziamento.

Il Maestro Muti è rimasto molto colpito dall’aumento degli investimenti in ambito culturale da parte della Regione. “Di fronte a un dibattito culturale al centro di speranze in gran parte disattese – ha detto – questo fa ben sperare per il futuro dei nostri giovani”.
Il Maestro ha presentato L’Italian Opera Accademy, un’Accademia per insegnare a giovani direttori d’orchestra, collaboratori pianistici e giovani cantanti. Suo obiettivo è quello di “dare ‘nobiltà’ al repertorio italiano operistico, troppo spesso bistrattato nelle varie interpretazioni nel mondo, “mentre è necessario l’ascolto consapevole e il rispetto che meritano”.
”In particolare Verdi – ha aggiunto – merita un’esecuzione più fedele nel rispetto delle partiture e del rapporto tra parola e musica”. Dalle Masterclass dell’Accademia, aperte al pubblico, verrà realizzato un programma interamente incetrato su Falstaff. “Un’opera fondamentale e complessa – ha riferito Muti – che presenta tutta la ricchezza di Verdi e l’esperienza di una vita in tutte le sue fasi”.

“Questo Falstaff – ha sottolineato l’assessore alla cultura Massimo Mezzetti – giunge a conclusione di un percorso di commemorazioni per i 200 anni verdiani, con l’opera più significativa e anche più giusta per l’occasione, visto che l’allestimento evoca i luoghi della vita di Verdi”. “La scelta dell’Emilia-Romagna – ha aggiunto Mezzetti – è quella di coniugare tradizione e cultura viva, attraverso le figure di Giuseppe Verdi e Riccardo Muti – il maggior compositore al mondo e il suo maggiore interprete – nell’ambito di un Festival tra i più significativi a livello italiano”.
L’assessore ha inoltre sottolineato che la Regione intende sostenere la Cherubini, che collega tra l’altro in un filo ideale da Piacenza a Ravenna i teatri di tradizione, con risorse in ambito formativo e culturale”.

“Il binomio tra turismo e cultura – ha detto l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini – è alla base di un nuovo progetto regionale che qui si esprime attraverso “Via Emilia”, che riunisce offerte turistiche ensate e realizzate appositamente per l’Expo 2015 e che spaziano dalla Riviera romagnola all’Appennino, passando per le città d’arte, unendo la buona tavola, la passione per i motori, l’arte e i monumenti Unesco, la natura, il wellness e il divertimento”. “L’elemento cultura – ha sottolineato l’Assessore – può essere infatti determinante per moltiplicare le presenze del settore turistico, che ha l’obiettivo di superare l’attuale 10% del Pil regionale”.
“L’APT – ha concluso l’Assessore – sta quindi valorizzando le città d’arte e grandi eventi, come il Falstaff , costruendo pacchetti turistici che portino i visitatori dell’Expo a conoscere anche l’Emilia-Romagna.

Le proposte turistiche dal Falstaff all’Expo

Il Falstaff diretto da Riccardo Muti al Ravenna Festival è anche il cuore delle proposte di soggiorno mirate al turismo culturale in regione realizzate da Apt Servizi, con il sostegno dell’Unione di prodotto Città d’Arte, Cultura e Affari, in occasione di EXPO 2015.
Una quota significativa dei biglietti per le tre recite sono stati infatti riservati in via esclusiva perl’inserimento in pacchetti turistici, all’interno di un percorso verdiano che da Milano, con visite a Busseto e Villanova d’Arda, porterà il pubblico di Expo a Ravenna per assistere all’opera.
Ravenna e il Falstaff sono stati scelti come meta anche da numerosi visitatori dell’Expo che hanno scelto di crearsi, con acquisto biglietti on line, un proprio percorso di visita in Italia e in particolare in Emilia-Romagna, turisti culturali provenienti tra gli altri da: Stati Uniti, Germania, Francia, Austria, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Russia, Lettonia, Corea, Giappone. Le vendite sono ancora in corso, con i canali Internet ed al botteghino del Teatro Alighieri.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it