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da: ufficio stampa Coldiretti

Nel mercato globale crescono i rischi derivanti da attività di produzione e distribuzione di cibi adulterati e dalle frodi con conseguenze pesanti per la salute e per l’economia, con il business delle agromafie che, con un aumento del 10 per cento in un anno, raggiunge i 15,4 miliardi di euro nel 2014, in controtendenza alla fase di recessione. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’esprimere apprezzamento per l’istituzione presso l’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, su proposta del Guardasigilli Andrea Orlando, della Commissione di studio per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare alla cui guida ci sarà l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che attualmente presiede il Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti. “Anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, la contraffazione e la frode nell’alimentare sono diventate un vero e proprio affare criminale che va perseguito con un sistema punitivo più adeguato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ”sotto questo profilo non si deve pensare solo ad un inasprimento delle pene previste, ma all’articolazione di modelli di sanzioni in grado di colpire i patrimoni economici, ad esempio, attraverso la confisca, così come sperimentato per il contrasto alla criminalità organizzata”. Garantire trasparenza negli scambi commerciali e dare una risposta certa a condotte criminali costituisce, del resto – sottolinea Moncalvo – la risposta fondamentale che lo Stato può dare per supportare la crescita e la competitività del vero Made in Italy oltre che per rimuovere i rischi per la salute. Anche in questo settore – conclude Moncalvo – l’Italia può fare da battistrada in Europa per colpire in modo esemplare gli scandali che si ripetono nel tempo, dai polli alla diossina alla carne di cavallo spacciata come manzo, che possano far crollare la fiducia del pubblico dei consumatori e bloccare il regolare funzionamento del commercio”. Della Commissione faranno parte: Alessandro Berardi, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Ferrara; Alberto Gargani, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Pisa; Pierluigi Di Stefano, Consigliere della Corte di Cassazione; Massimo Donini, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Modena; Raffaele Guariniello, sostituto procuratore presso il Tribunale di Torino; Stefano Masini, membro dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare; Aldo Natalini, sostituto procuratore presso il Tribunale di Siena; Vincenzo Pacileo, sostituto procuratore presso il Tribunale di Torino; Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato; Cosimo Piccinno, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute; Vincenzo Paticchio, comandante del Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente; Mario Monopoli, funzionario del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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