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Da: Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Le misure necessarie per combattere l’emergenza legata all’epidemia di COVID-19 richiedono che gli italiani restino nelle proprie case. Tra gli effetti di questa restrizione c’è anche la difficoltà a proseguire le terapie e le consulenze psicologiche, proprio in un periodo in cui è evidente che aumentano le situazioni di rischio, potenzialmente stressanti. Per permettere ai cittadini di iniziare o di continuare un percorso di cura psicologica, l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna ha quindi deciso di mettere in evidenza sul proprio sito i professionisti che offrono ai cittadini la possibilità di avere servizi psicologici a distanza.

In un solo giorno, sono già più di mille gli psicologi in regione che hanno dato la propria disponibilità ad incontri online. L’elenco completo è consultabile andando sul sito www.ordpsicologier.it e cliccando sulla sezione ‘Albo degli Psicologi’: è possibile spuntare l’opzione ‘consulenza online’ ed effettuare la ricerca dei professionisti, selezionando sia la zona geografica (importante per coloro che vorranno proseguire il percorso anche dal vivo al termine di questa fase di emergenza) che il contesto prevalente di lavoro (come, ad esempio, Psicologia Clinica, Psicologia delle Comunità, Psicologia dello Sport, Psicologia dello Sviluppo, e via dicendo).

La terapia e le consulenze online proposte si distinguono dagli interventi specifici in psicologia dell’emergenza realizzati da psicologi con specifica preparazione: la comunità professionale degli psicologi è infatti a fianco dei cittadini anche garantendo la prosecuzione delle attività professionali in un contesto di emergenza come quello attuale. Va infatti ricordato che l’emergenza connessa alla diffusione del virus COVID-19 si inserisce nella vita quotidiana con le difficoltà individuali e relazionali di ciascuno e di ogni famiglia o gruppo. Difficoltà affrontabili con l’aiuto di uno psicologo prima, adesso e dopo questa particolare emergenza.

Sulla Psicologia dell’Emergenza – quell’ambito della psicologia che si occupa primariamente della cura delle persone e dei gruppi coinvolti in eventi critici – l’Ordine sta realizzando attività di rete e integrazione tra diverse associazioni e realtà del territorio in modo da mettere a sistema e garantire maggiore efficacia a tutto l’impegno che viene messo in un servizio essenziale per i cittadini e per gli operatori sanitari.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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