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Ferraraitalia ospita una nuova rubrica: GLI SPARI SOPRA (il riferimento è alla canzone di Vasco Rossi), così abbiamo voluto chiamare i ‘pensieri eretici’ di Cristiano Mazzoni, molto conosciuto in città anche sotto il nome ‘Il Comandante’ (questa volta il riferimento è a Che Guevara). Dunque: pensieri di un comunista: una razza che oggi molti vorrebbero in via di estinzione. Pensieri che rivendicano il valore di una grande storia e la critica, anche urticante, a una Sinistra che sembra aver smarrito ogni orizzonte. Si può essere d’accordo o meno con ‘gli spari sopra’ di Cristiano Mazzoni’, ma è difficile non apprezzare la sincerità e la passione che li anima, la intatta speranza in un mondo di liberi e uguali.
(La Redazione)

Sinceramente, io non ci vedo nulla di strano sul fatto che la destra odi profondamente Immagine di John Lennon. Anzi, lo rivendico il mio amore per quella canzone simbolo. Di più, ne sono felice.

Immagina non ci sia il Paradiso
è facile se ci provi
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva per il presente…

Immagina non ci siano paesi
non è difficile da fare
Niente per cui uccidere o morire
e nessuna religione
Immagina che la gente
viva la loro vita in pace..

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno…

Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
Una fratellanza di uomini
Immagina che la gente
condividere il mondo intero…

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo viva come uno…

Come può un inno alla gioia, alla vita, alla pace, all’unità dei popoli essere apprezzato dal parlamentare europeo Susanna Ceccardi, da Giorgia Meloni o addirittura da Steve Bannon.
Il poeta immaginava un mondo mai nato, senza barriere, senza schiavi e né padroni, senza il sopruso del capitale, dove gli uomini non fossero merci, senza guerre e senza armi, dove pure non esistessero nemmeno i motivi per uccidersi l’un l’altro.

Come può una folle utopia così essere apprezzata da chi ritiene siano sacri i confini, da chi suddivide i popoli in nazioni, etnie e religioni, da chi difende i nostri valori? Ma di chi e quali? Ma Lennon si ispira a Marx? E quindi? Sai che novità.
Ci mancherebbe pure che una destra illiberale, omofoba, misogina, guerrafondaia, amante delle armi, costruttrice di muri, possa, anche solo minimamente apprezzare questo inno, questa poesia Hippie.

Sta veramente nella vastità del ‘pipino’ che mi interessa confutare il pensiero sovranista “Immagini un mondo senza confini, religione e proprietà privata – dice la candidata del Carroccio – Un mondo così qualcuno lo ha immaginato e ha fatto milioni di morti” (Ceccardi) o “inno all’omologazione mondialista” (Meloni). Sarebbe impossibile convincere chi è già convinto dell’ ”aberrazione” delle parole di Immagine, che Lennon, Marx, Gramsci e qualche altro ragazzo avevano in mente un mondo mai realizzato (forse irrealizzabile), che nulla ha a che vedere con una dittatura, foss’anche del proletariato, ma assolutamente mai dell’apparato.

Le parole del poeta dagli occhiali tondi e dai capelli lunghi, io le ricordo sulla mia prima tessera della FGCI del 1984, mi riempirono d’orgoglio e tuttora lo fanno, mi fanno sentire realmente meno solo, mi avvolgono tra le braccia di un sogno mai nato, ma sicuramente non ancora morto.
Ai fili spinati, agli steccati, ai muri, agli impuri, ai diversi, alle armi, alle razze, John contrappone l’uguaglianza, che alcuni chiamano omologazione (sic), crede nei diritti per tutti e non solo per qualcuno, le sue parole spezzano la spada della santa inquisizione.

Ci raccontano di una terra d’Utopia, dove non esiste nessun motivo per uccidere, dove i privilegi sono estinti, dove la natura torna ad essere madre e non oggetto di sfruttamento. Questa canzone è una manifesto è un monito è una speranza.
Impossibile, irrealizzabile, ‘buonista’, bei sogni,? Mah… Forse ce ne accorgeremo troppo tardi, questo mondo che si basa sulla produttività, sul PIL, sulla liberalizzazione delle merci e sulla schiavitù degli uomini, sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura, questo mondo sta per implodere.

E chissà se a qual punto qualcuno dirà:
-Cazzo! forse John Lennon aveva ragione, e neppure Marx ci era andato troppo lontano.

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Cristiano Mazzoni

Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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