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Da: Gruppo G.O.L.

Il sottoscritto Consigliere Comunale Francesco Rendine INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato:
PREMESSO
che dalle spese degli Assessori (cfr. tabella seguente), per viaggi di servizio e missioni dal 03/06/2014 al 19/10/2018, emerge come l’aspirante Sindaco Fusari sia il politico più spendaccione di tutta la Giunta, addirittura per viaggi e missioni consuma quasi il doppio delle risorse economiche consumate dal Sindaco. Notevoli pure i piazzamenti di Ferri e Maisto al 2^ e 3^ posto tra gli Assessori

CL Componente Giunta Euro spesi
1 FUSARI ROBERTA 5061,23
2 TAGLIANI TIZIANO 2891,32
3 FERRI CATERINA 1673,55
4 MAISTO MASSIMO 1619,82
5 SAPIGNI CHIARA 914,55
6 MODONESI ALDO 505,30
7 VACCARI LUCA 379,30
8 FELLETTI ANNALISA 174,88
9 MERLI SIMONE 155,00
10 SERRA ROBERTO 76,80

PACIFICO
che, nonostante la Dottoressa Fusari sia la mia Assessora preferita, devo osservare come da un punto di vista urbanistico non abbia creato nulla di particolarmente utile, anzi nonostante quasi 10 anni trascorsi dal suo insediamento i tentativi di recupero della zona GAD e del Grattacielo sono più che falliti, lo stesso dicasi per la Ferri con la gestione dell’ambiente ove i ferraresi si sono ritrovati con una aspettativa di vita minore di quella delle altre città dell’Emilia Romagna, per non parlare della carta Smeraldo e del pattume gettato ovunque, infine Maisto con i suoi progetti del suo onerosissimo assessorato alla cultura, che di cultura vera, ossia quella dei libri, dello studio, della scienza, del sostegno di tanti giovani ferraresi che ottengono risultati in olimpiadi e concorsi per studenti, non appare nulla di fatto e, per il resto, su 10 Ferraresi intervistati 9 ricordano come evento culturale la mostra in castello organizzata da Sgarbi;

PREOCCUPANTE
che ai primi tre posti degli Assessori meno utili alla città ci siano i più spendaccioni, in questo modo sembra, e forse è anche vero, che nella nostra città chi più spende meno fa per la gente;

CIO’ PREMESSO
Il sottoscritto INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato per sapere:

se intende invitare gli Assessori più spendaccioni affinché smettano di viaggiare o al massimo programmino i loro viaggi spendendo, nel periodo di governo restante ad una maggioranza che auspichiamo non possa mai più tornare, importi proporzionali quelli mediani, che sono in linea a quanto consumato dall’Assessore Modonesi, In particolare facendo le debite proporzioni e considerando altri 6 mesi di legislatura i predetti dovrebbero consumare per viaggi e missioni circa 56,84 euro a testa.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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